Fatta la legge, trovato il tender. Quello, anzi quelli, che ieri mattina hanno trasportato i passeggeri della Norwegian Gem, una gigantesca nave da crociera, al centro di Venezia per un'escursione che è stata a suo modo storica. Lo stop della nave in rada con trasbordo dei passeggeri su navette è una formula che viene usata di solito quando la nave da crociera fa scalo in destinazioni che non hanno porti in grado di accogliere i colossi del mare, come le isolette greche, ma è la prima volta che viene usata in Italia e a Venezia in particolare, dove un porto attrezzato per i giganti del mare c'è ma evidentemente non piace alle compagnie.
Tutto è nato nell'agosto dell'anno scorso, quando dopo anni di contestazioni e incidenti un decreto varato dal governo Draghi mise lo stop all'attraversamento da parte delle navi superiori alle 25 tonnellate (o con lo scafo lungo più di 180 metri) del Bacino di San Marco e del Canale della Giudecca. Un espediente in attesa di soluzioni più articolate per evitare lo scempio dei grattacieli galleggianti che oscuravano la Basilica di San Marco e le altre magnificenze di una città fatta per i sussurri e non per le grida, ma anche per scongiurare incidenti come quello del 2 giugno 2019, quando la Msc Opera andò a sbattere contro la banchina di San Basilio alle Zattere, non lontano da piazza San Marco, e speronò un battello turistico di medie dimensioni lì ormeggiato. Da quel 1° agosto 2021 le navi da crociera hanno dovuto evitare la rotta seguita fino ad allora, che prevedeva il passaggio attraverso la bocca di porto del Lido, poi tra San Nicolò e Le Vignole e quindi l'imbocco del canale della Giudecca e l'approdo alla stazione Marittima, vicina al centro. Un itinerario che consentiva ai passeggeri di godere certamente della bellezza di San Marco, del Ponte dei Sospiri, della Salute; e a tutti gli altri, a terra, sui vaporetti, sulle gondole, di avere il discutibile spettacolo di un oggetto totalmente fuori scala a fare ombra al resto. Da un anno le navi da crociera sono invece costrette a cambiare il giro, arrivando a Marghera dalla bocca di porto di Malamocco, tra la parte meridionale dell'isola del Lido e Pellestrina, tenendosi quindi ben lontani dalla parte più storica di Venezia.
La decisione della Norwegian rappresenta quindi un'alternativa fai-da-te a una rotta assai più sostenibile per la città ma che scarica i passeggeri in un punto della laguna molto lontano dalle principali attrazioni turistiche di Venezia. Far scendere i passeggeri sui tender e portarli a Riva Sette Mari, in pieno centro, rappresenta un'operazione assai più rapida e attraente per i turisti. È stata infatti la stessa compagnia di navigazione a fare richiesta della soluzione alternativa alla Capitanieria di Porto, che ha dato il benestare dopo aver avuto rassicurazioni sul fatto che la Norwegian Gem non aveva bisognò né di rifornimenti né di altri servizi all'home port. È stata poi la Vtp, la Venezia Terminal Passeggeri, a fornire i tre «lancioni» da 150 posti ciascuno e gli operatori necessari per il trasbordo dei 1.500 passeggeri. Che con la loro visita «mordi e fuggi» tra le calli e i campi sono stati a loro modo dei pionieri. Norwegian infatti progetta di ripetere l'operazione e vende già sul suo sito crociere nelle quali Venezia è indicata come tappa specificando la discesa in tender.
E i veneziani, come l'hanno presa? I cittadini con indifferenza, a loro basta non vedere più quei mostri passare per la Giudecca. Le istituzioni meno bene: il Comune, che ha speso 157 milioni per creare gli approdi temporanei di Marghera, non vuole che Venezia perda il suo ruolo di home port. «Non è il modello di crocierismo e di turismo che vogliamo per la città», dice al
Corriere del Veneto l'assessore al Turismo Sinome Venturini. Perché i turisti che scendono per poche ore e consumano un caffè e un tramezzino non cambiano il destino di nessuna destinazione, figuriamoci della magnifica Venezia.
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