Nuova grana per il Csm: Taormina denuncia la sezione disciplinare

Il legale, difensore della giudice aiutata dalla Natoli, all'attacco. La consigliera verso le dimissioni

Nuova grana per il Csm: Taormina denuncia la sezione disciplinare
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Una miscela più esplosiva nell'affare che agita il Consiglio superiore della magistratura sarebbe stata difficile da immaginare: una giudice convinta di essere perseguitata, un'avvocatessa di Paternò piombata per capricci del destino a fare parte del Csm, e un cervello vulcanico come quello di Carlo Taormina, ex deputato, avvocato di casi complicati, amante delle battaglie di primo piano. Che ora vuole portare sotto processo penale per falso in atto pubblico l'intera sezione disciplinare del Consiglio. Una mossa che difficilmente potrà avere gravi conseguenze per i membri della sezione ma che di sicuro appesantisce ulteriormente il clima sul «caso Natoli».

Taormina entra in scena nei mesi scorsi come difensore della giudice siciliana Maria Fascetto Sivillo, collezionista di procedimenti penali e disciplinari. La Fascetto viene descritta come una donna psicologicamente provata dai guai in cui è finita, alla ricerca continua di un aiuto dentro il Csm, nella cui sede si muoveva liberamente bussando a molte porte. Fin quando non trova l'appoggio di Rosanna Natoli, avvocato, nominata al Csm in quota Fratelli d'Italia su indicazione di Ignazio La Russa. Le due si vedono, la Natoli dispensa consigli, l'ingrata Fascetto registra tutto e consegna l'audio al Csm. E parte la bufera.

Tra i consigli della Natoli c'è anche quello di difendersi in modo più pacato, prendendo un difensore meno focoso di Taormina. Il professore quando lo scopre va su tutte le furie e diventa il vero protagonista della vicenda. Fino al comunicato in cui annuncia la denuncia. «Qualcuno cerca di fare il furbo e di scaricare solo su altri le responsabilità che sono di tutti», scrive. Per cui denuncia in blocco la sezione disciplinare.

Quale sarebbe la colpa? Un anno fa, in occasione di un altro procedimento, alla Fascetto era stata inflitta la perdita di due anni di anzianità, ma la Natoli - nella conversazione registrata - racconta che nella camera di consiglio si era invece decisa una sanzione più blanda, la censura. Il provvedimento emesso, scrive Taormina, «era ideologicamente falso recando una sanzione diversa da quella deliberata». Possibile?

Al Csm spiegano che in effetti c'era stata anche l'ipotesi di una punizione più leggera, ma solo nelle conversazioni informali prima che la sezione si riunisse per decidere. Il curriculum della giudice Fascetto era d'altronde così malconcio da rendere arduo essere indulgenti. Nel caso specifico la giudice era accusata di avere utilizzato una sentenza per lanciare «accuse, allusioni e giudizi denigratori» contro due colleghe. Nessun falso, insomma, ma Taormina promette battaglia.

E intanto la componente conservatrice del Csm medita come uscire dal caso Natoli. Le dimissioni della consigliera sono considerate inevitabili. Ma per rimpiazzarla il Parlamento impiegherà mesi, e nel frattempo gli equilibri interni al Csm si modificherebbero a favore della sinistra.

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