"Berlusconi al Colle...". Scanzi e la nuova ossessione

Andrea Scanzi, da qualche tempo a questa parte, non fa che parlare di Berlusconi al Colle. Il nuovo pensiero fisso del giornalista de Il Fatto. A spaventarlo, in realtà, è proprio il ruolo che il centrodestra giocherà

"Berlusconi al Colle...". Scanzi e la nuova ossessione

Non riesce proprio ad accettare l'ipotesi e non fa nulla per nasconderlo. Tanto che risulta faticoso contare le volte in cui Andrea Scanzi si è scagliato contro l'eventualità che Silvio Berlusconi venga eletto presidente della Repubblica. Eppure sono i numeri e la politica, oltre ai sondaggi, a ventilare lo scenario. Ma il giornalista non ci sta e mette le mani avanti una, due, tre, quattro o cinque volte in uno spazio ristretto di tempo: fa poca differenza. Il messaggio che Scanzi vorrebbe far passare è sempre lo stesso. "Non esiste in natura che se ne parli". No, non è vero: non c'è un impedimento. E non esistono ragioni affinché l'argomento venga scartato a priori.

Non è soltanto Silvio Berlusconi quale possibile candidato per il Quirinale a preoccupare Scanzi ma persino quello che lui chiama "surrogato": è in un passaggio che si svela l'arcano. Perché il giornalista de Il Fatto Quotidiano non vorrebbe solo edificare un muro contro l'ex premier in sé e per sé: Scanzi vorrebbe proprio scongiurare che il centrodestra faccia da king maker per il Colle. Si capisce con quanto scrive sulla sua pagina Facebook, con tanto di video allegato: "Ecco L’Affondo, come ogni martedì, in esclusiva su TvLoft. Vedremo Berlusconi al Quirinale? No. Ma potremmo vedere eccome un berlusconiano di ferro al Colle, ovvero un Berlusconi sotto mentite spoglie". Una postilla: avendo fondato il bipolarismo politico e quella colazione, chiunque venisse eletto con una maggioranza relativa di centrodestra finirebbe per essere quello che Scanzi chiama un "surrogato" di Berlusconi. Dunque Scanzi spera in un fuoco di fila parlamentare contro l'ex presidente del Consiglio e contro chiunque altro provenga dall'area liberale, popolare, conservatrice e così via.

Magari vorrebbe eleggersi un Prodi in autonomia, con il centrodestra fuori dall'Aula; non sappiamo quali siano le aspirazioni ed i sogni reconditi. La democrazia prevede tuttavia che i gruppi parlamentari pesino. Al momento, il centrodestra unito pesa più del resto. Ma Scanzi sembra aver difficoltà a farsene una ragione. E allora giù con tutta una serie di disamine che lasciano il tempo che trovano: "Il solo parlare (seriamente) di Berlusconi al Quirinale sancisce l’ennesima sconfitta della politica italiana. Ma stiamo scherzando?", ha postato lo scorso 4 dicembre, dopo essere stato ospite di Otto e Mezzo su La7. Sempre il 4, prima delle 9 di mattina e quindi a mo' di primo pensiero, un altro post in cui si diceva, rilanciando un meme, preoccupato sia da Berlusconi al Quirinale sia dalla variante omicron. Sembrerebbe un'ossessione.

Arriviamo così al 3 dicembre: "Ho chiesto a Letta se il Pd appoggerà Berlusconi al Quirinale. Ha detto, più o meno, che non esiste al mondo un’opzione simile. Voglio credere, oltre a sperare, che sarà così. Ma voglio anche sperare che al suo posto non venga comunque eletto un berlusconiano sotto mentite spoglie. E il rischio c’è. Staremo a vedere". Tale è la preoccupazione che Scanzi sembra non fidarsi neppure del Partito Democratico. Quello verso cui ha però in contemporanea iniziato a strizzare l'occhio. Forse si è reso conto che il "suo" Giuseppe Conte proprio non funziona e allora tanto vale provare con i Dem. Ma non è questo il punto. Torniamo indietro. Il Fatto Quotidiano pubblica un video di Scanzi. Siamo a due giorni fa e l'opinionista presenta il suo "Sfascistoni". Virgolettato: "Meloni e Salvini non rompono con estrema destra solo per calcolo politico. Berlusconi al Colle? Grave che se ne parli". Niente, non ce la fa: è un pensiero fisso.

Il centrodestra parteciperà all'elezione del presidente della Repubblica e, pallottoliere alla mano, potrà essere

maggioritario. Al netto dell'esito, anche Scanzi dovrà accettare quel che gli appare così difficile. A volere che Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia, Udc e Coraggio Italia potessero giocarsela sono stati gli italiani.

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