Quella di Giancarlo Tulliani è una prigione dorata fatta di grattacieli avveniristici e lusso smisurato. Uno scrigno che neppure gli uomini della procura di Roma riescono ad aprire.
Sembra destinata, infatti, a cadere nel vuoto anche la nuova richiesta di estradizione nei confronti del cognato di Gianfranco Fini, che deve rispondere assieme alla sorella Elisabetta e all’ex presidente della Camera, di riciclaggio internazionale, alle autorità degli Emirati Arabi Uniti. A chiarirlo è l’avvocato di Tulliani, Alessandro Diddi. "Non c'è nessuna nuova ordinanza di custodia cautelare", ha commentato il legale intervistato dall’agenzia di stampa Adnkronos. "Semplicemente – ha ribadito - la Procura di Roma sta cercando di convincere le autorità di Dubai a dare il via libera all'estradizione". "Questo dimostra la fondatezza della nostra posizione – prosegue - infatti gli Emirati Arabi avevano già respinto una prima richiesta della procura per mancanza dei presupposti. Ci attendiamo quindi una nuova conferma della decisione".
Insomma, secondo la difesa di Tulliani, nonostante l’entrata in vigore, lo scorso ottobre, del trattato di assistenza giudiziaria tra Italia ed Emirati Arabi, il fratello della moglie di Fini è la polizia emiratina potrebbe continuare a proteggere il cognato dell'ex segretario di Alleanza Nazionale anziché rispedirlo nel nostro Paese. La latitanza dorata di Tulliani, quindi potrebbe proseguire ancora per anni. Tanto che a raggiungerlo è stata anche la fidanzata, Federica Papadia. La donna, secondo quanto riferisce Il Tempo, qualche mese fa avrebbe lasciato il lavoro, o quantomeno preso un’aspettativa, per imbarcarsi su un volo di sola andata diretto a Dubai e trasferirsi in pianta stabile dal fidanzato.
La ragazza, 35 anni, lavora come macchinista della metropolitana per l’Atac, la municipalizzata capitolina dei trasporti. Nel 2015, sempre secondo quanto riferisce il Tempo, era stata pure linciata dai passeggeri mentre era in servizio, per un ritardo del treno. Ora ha deciso di cambiare vita e stare accanto al fidanzato, ricercato dalla polizia italiana. E, almeno sulla carta, anche da quella emiratina.
Il processo al re delle slot-machine Francesco Corallo, ha preso il via ieri nella quarta sezione penale del tribunale di Roma. Alla sbarra con l’accusa a vario titolo di associazione a delinquere, peculato, riciclaggio internazionale e sottrazione fraudolenta di imposte ci sono anche l’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, la moglie Elisabetta Tulliani, il suocero Sergio, l’ex deputato Amedeo Laboccetta e il cognato Giancarlo, che nel frattempo si gode la vita all’ombra del Burj Khalifa.
L’accusa è di aver riciclato attraverso falsi contratti e società off-shore oltre 7 milioni di euro.
Al centro dell’inchiesta c’è anche l’acquisto, da parte proprio di Giancarlo Tulliani della celebre casa di Montecarlo, lascito della contessa missina Anna Maria Colleoni ad An. A venderlo ai due fratelli per 300mila euro fu proprio Gianfranco Fini. L’appartamento fu rivenduto nel 2015 e l’affare fruttò oltre un milione di euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.