Nuova strage in Serbia: "Ora basta armi"

Un 21enne fa 8 morti e 14 feriti. Il presidente Vucic: "Piano anti-pistole"

Nuova strage in Serbia: "Ora basta armi"

Con le 8 vittime di due sere fa, morte durante alcune sparatorie avvenute vicino alla città di Mladenovac a circa 60 chilometri a sud di Belgrado, fanno 17 in meno di una settimana. La Serbia vive giorni di angoscia per le sparatorie di massa, che hanno portato il presidente Aleksandar Vucic a lanciare un grande piano di disarmo in tutto il paese. Giovedì pomeriggio l'ultimo grave episodio: il 21enne Uros B. ha sparato a più riprese con un'arma automatica contro varie persone in diversi villaggi a Dubona, Malo Oraje e epin, uccidendo 8 persone e ferendone 14. Tra le vittime ci sono un agente di polizia e sua sorella. Subito è scattata una caccia all'uomo su vasta scala con 600 agenti impegnati, che hanno arrestato il ragazzo vicino alla città di Kragujevac, mentre era nascosto a casa di suo nonno. Secondo alcuni testimoni poche ore prima del raptus aveva litigato con un agente di polizia in un parco di Dubona. Tutti i feriti in ospedale sono 20enni: due i più gravi, sono stati operati ma restano in condizioni critiche.

Nelle due sue abitazioni, nel villaggio di Sevsin e a Vinjiste, è stato ritrovato un vero e proprio arsenale, con carabine, pistole, un fucile automatico senza numero di fabbricazione, 164 proiettili di diversi calibri e quattro bombe a mano. La strage segue quella avvenuta mercoledì scorso ad opera di un 14enne in una scuola del centro di Belgrado, in cui sono stati uccisi 8 compagni di scuola, feriti 6 e un insegnante.

Vucic punta così a rimuovere centinaia di migliaia di armi dalla disponibilità dei cittadini serbi, comprese quelle detenute illegalmente, oltre a monitorare i poligoni di tiro, molto popolari nel paese. Tutti i controlli avranno una cadenza semestrale, mentre il ministero dell'Interno pensa di rendere più difficile l'iter per il porto d'armi e il rilascio dei permessi per le armi da caccia. I possessori illegali di armi e di ordigni esplosivi sono stati inoltre «invitati» a consegnarli entro un mese, con la promessa di evitare sanzioni. Una stretta è prevista anche nelle scuole, altri luoghi sensibili, dove è allo studio una normativa per inasprire le sanzioni contro chi porterà negli istituti alcolici, droghe, armi e strumenti che possono ferire o mettere in pericolo un'altra persona.

L'iniziativa del governo si completa con il controllo di 45 mila profili social da parte della polizia, responsabili, secondo Vucic di «aver sostenuto il colpevole della sparatoria avvenuta nella scuola primaria Vladislav Ribnikar di Belgrado». Per questa ragione ha detto pubblicamente di aspettarsi il sostegno di giudici e pubblici ministeri nell'accelerare i tempi per ottenere i mandati di perquisizione. Inoltre le nuove misure di sicurezza annunciate prevedono anche l'assunzione di 1.

200 agenti di polizia per rafforzare gli organici. Non è mancato un gesto di solidarietà: il giocatore di basket NBA, Luka Doncic, ha annunciato di voler pagare i funerali delle 9 vittime uccise nella scuola di Belgrado.

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