Nuove accuse a Hegseth: "La moglie con lui a due incontri sensibili"

Il capo del Pentagono torna nel mirino. E Waltz è a rischio: Vance ha consigliato a Trump di cacciarlo

Nuove accuse a Hegseth: "La moglie con lui a due incontri sensibili"
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Scoppia una nuova bufera sul capo del Pentagono, ancora alle prese con il chat-gate. Pete Hegseth, già sotto accusa per la gestione delle informazioni sull'attacco militare agli Houthi in Yemen diffuse nei messaggi su Signal, è finito al centro delle polemiche per aver portato la moglie Jennifer ex produttrice di Fox News a due incontri con alti vertici militari stranieri in cui si sono discussi temi riservati. Come spiega il Wall Street Journal citando fonti informate, uno di questi si è tenuto il 6 marzo con il ministro della Difesa britannico John Healey, il giorno dopo che gli Stati Uniti avevano interrotto la condivisione di intelligence militare con l'Ucraina. I presenti, tra cui anche l'ammiraglio Tony Radakin, capo delle forze armate britanniche, hanno discusso la logica americana alla base di tale decisione, nonché la futura collaborazione militare tra i due alleati.

Un ministro può invitare chiunque alle riunioni con le controparti in visita, sottolinea il quotidiano, ma gli elenchi dei partecipanti sono solitamente limitati e ci si aspetta che siano in possesso di autorizzazioni di sicurezza data la natura delicata delle discussioni. Jennifer Hegseth ha anche preso parte ad un incontro il mese scorso presso la Nato a Bruxelles dove i funzionari della Difesa alleati hanno discusso del loro sostegno all'Ucraina, secondo due persone presenti alla riunione. Alcuni partecipanti stranieri ai due incontri non sapevano chi fosse Jennifer, e altri sono rimasti sorpresi dalla sua presenza, ma hanno continuato senza sollevare obiezioni (non è chiaro però se questo abbia influenzato gli argomenti sul tavolo).

Intanto non si placa la pressione sul consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz (che ha inavvertitamente inserito il direttore di The Atlantic Jeffrey Goldberg nella chat di gruppo sui piani top secret degli Usa). Molti alleati di Donald Trump vorrebbero che sia licenziato o si dimetta per tentare di mitigare le ricadute politiche della vicenda: secondo Politico nei giorni scorsi anche il vice presidente JD Vance e il capo di gabinetto della Casa Bianca Susie Wiles hanno consigliato al comandante in capo di cacciare Waltz. Trump tuttavia, pur ammettendo che il consigliere ha sbagliato a includere involontariamente un giornalista nella chat, ha respinto l'idea di cacciarlo perché farlo avrebbe significato concedere ai democratici una vittoria. Nonostante la frustrazione latente all'interno della Casa Bianca, a cinque giorni dallo scoppio del chat-gate Waltz è ancora al suo posto, ma secondo le fonti ciò non significa che sia totalmente al sicuro. Alcuni ritengono che si stia solo aspettando il momento giusto, una volta che la bufera mediatica si sarà calmata: «Per ora lo sosterranno, ma se ne andrà tra un paio di settimane», è la previsione di un funzionario dell'amministrazione Usa.

Pubblicamente, tuttavia, Vance parlando con i giornalisti in Groenlandia ha spiegato: «Se pensate di costringere il presidente degli Stati Uniti a licenziare qualcuno, avete capito male». Ribadendo che «sosteniamo l'intero team di sicurezza nazionale».

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