Matteo Salvini oggi sarà a Chiomonte, al cantiere Tav che nella notte tra sabato e domenica è stato attaccato da una cinquantina di violenti. «Porterò il mio saluto - ha annunciato il leader della Lega - e il mio ringraziamento a tutte le forze dell'ordine impegnate in zona». Perché che alcune frange dei No Tav usino la violenza per imporre il loro pensiero, è ormai cosa nota. Il fatto è che quando si arriva a scontrarsi con chi deve mantenere l'ordine, mettendo a rischio la vita di padri di famiglia, anche la politica, almeno quella sana, non può far altro che schierarsi. Che Salvini stesse dalla parte delle divise è cosa nota da tempo. In primis per il suo passato ruolo di ministro dell'Interno. La sua battaglia più accesa, negli ultimi giorni, è stata quella per difendere il poliziotto che ha sparato contro un extracomunitario armato di coltello alla stazione Termini. Ecco perché, a differenza dei giallorossi rimasti in silenzio, oggi sarà a Chiomonte, dove nei giorni scorsi si è consumato il solito e ormai scontato teatrino dei No Tav.
E lì darà la solidarietà a poliziotti e carabinieri che ogni giorno, con fatica, in tenuta anti sommossa, cercano di riportare equilibrio e garantire lo svolgimento dei lavori dell'alta velocità. Oggi, peraltro, per motivi di sicurezza, è stato concesso l'accredito a un numero limitato di giornalisti.
In Val di Susa si sono registrate non poche tensioni. Gli attivisti contrari alla realizzazione della Torino-Lione hanno dato vita a un campeggio di tre giorni con dibattiti e iniziative. Sabato hanno percorso la strada verso l'area dei lavori di Chiomonte, ma sono stati bloccati. Alcuni di loro hanno lanciato fuochi d'artificio, pietre, oggetti di vario tipo, bombe carta e razzi verso il cantiere e in cambio hanno ricevuto lacrimogeni delle forze dell'ordine.
Una cinquantina di violenti ha anche acceso un fuoco nei pressi del cancello del cantiere Tav. Spento subito dopo dagli idranti della Polizia. Le tensioni si sono protratte per oltre un'ora. I responsabili avevano il volto travisato, indossavano felpe col cappuccio. La polizia scientifica è al lavoro per identificare i responsabili, che pare siano vicini a frange anarchiche.
Un dejá vu che ormai va avanti da anni e che mostra la parte peggiore delle proteste italiane, quella che deve usare la violenza per farsi sentire. Nella maggior parte dei casi si tratta di alcuni infiltrati, che più che sposare le vere battaglie dei cittadini le rovinano commettendo reati.
Oltretutto, ieri nel centro di Chiomonte con un blitz i No Tav hanno appeso uno striscione all'ingresso del municipio. «Oggi - hanno spiegato i manifestanti - Chiomonte si risveglia al suono di canzoni partigiane, con una passeggiata per le vie del paese per arrivare davanti al Municipio sul quale è stato affisso uno striscione che denuncia il compromesso, che alcuni comuni hanno accettato, delle compensazioni in Valle di Susa».
Per loro si tratta di «una chiara presa in giro, poiché queste fantomatiche compensazioni in realtà non sono altro che sovvenzioni che spetterebbero di diritto ad ogni Comune, per interventi di messa in sicurezza del proprio territorio. È chiaro come questo indichi le vere priorità del governo: profitto a discapito della salute dei propri cittadini». Dicono di non avere colore politico, ma le canzoni partigiane parlano per loro.
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