Nuovo vertice Usa-Russia. Asse tra Londra e Bruxelles. Kiev nell'Ue, "no" di Orbán

Entro due settimane altro summit. Starmer alla Casa Bianca "portavoce" europeo

Nuovo vertice Usa-Russia. Asse tra Londra e Bruxelles. Kiev nell'Ue, "no" di Orbán
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Stati Uniti e Russia, con qualche distinguo, da una parte. Europa e Ucraina, con qualche voce contraria, dall'altra. Che si arrivasse in qualche modo a trattare era non solo auspicabile ma anche prevedibile. Ma che si arrivasse a un potenziale tavolo con questi schieramenti era praticamente impensabile prima che Trump facesse saltare ogni schema di rapporto e di dialogo. Se il presidente Usa bastona Zelensky, l'inviato in Ucraina Kellogg cerca di ricucire e nel frattempo l'Europa, con il Regno Unito particolarmente impegnato e senza il solito bastian contrario Orbán, si organizza per non perdere la faccia e sostenere la bandiera del supporto a Kiev.

In agenda sembra imminente un novo summit Usa-Russia dopo quello di Riad con Trump che ha già specificato di non volere l'Ucraina al tavolo. Secondo l'agenzia di stampa statale russa RIA, a seguito dei primi colloqui le parti hanno deciso di aggiornarsi e tra due settimana dovrebbe tenersi un altro vertice per discutere della fine del conflitto. Un nuovo incontro, ancora una volta senza uno degli attori principali, che prelude a quel tanto atteso faccia a faccia tra Putin e Trump che potrebbe tenersi già entro un mese. E risolvere parte della questione oppure complicarla ulteriormente. L'inviato speciale americano a Kiev Kellogg cercaci stemperare e dice che «gli Stati Uniti sono con l'Ucraina e qualsiasi accordo dovrà coinvolgere Kiev e garantire che non ci sarà una nuova guerra».

Perché se l'Ucraina è preoccupata lo è anche l'Europa che cerca di organizzarsi e serrare le fila. Attivissimo su tutti il premier britannico Keir Starmer che ha avuto un colloquio telefonico con Zelensky che il leder ucraino ha definito «produttivo», perché «l'Europa deve essere al tavolo delle trattative. La sicurezza dell'Ucraina è inseparabile dalla sicurezza dell'Europa». Starmer farà visita alla Casa Bianca la prossima settimana e potrebbe diventare in qualche modo il portavoce della posizione europea. Non a caso ha avuto un colloquio anche con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen «in vista del terzo anniversario della barbara guerra illegale della Russia». Ma c'è di più. In quella che potrebbe sembrare una sfida aperta a Trump, Starmer sarebbe pronto a varare un sostanzioso pacchetto di sostegno a Kiev, che include nuove sanzioni e nuovi aiuti militari. L'indiscrezione del The Telegraph che cita fonti nel governo, sancisce in qualche modo un asse europeo nel sostegno all'Ucraina e contro il voltafaccia americano. Il premier britannico avrebbe anche intenzione di portare «in dote» a al tycoon anche l'aumento al 2,5% del Pil della spesa per la difesa del Regno Unito.

Tutti uniti? Neanche a parlarne perché il solito premier ungherese, da sempre su posizioni vicinissime a Mosca, si mette ancora di traverso.

«L'Ucraina non sarà mai un membro dell'Ue contro gli interessi dell'Ungheria» ha detto Orbán secondo cui «la guerra degli ucraini è finita con una sconfitta» e «non sarà mai nella Nato» e la sua Ungheria «impedirà anche l'adesione alla Ue perché contraria agli interessi degli agricoltori ungheresi». Per questo c'è già chi invece immagina un Europa con l'Ucraina ma senza l'Ungheria, quinta colonna della Russia. Si vedrà. Prima c'è una guerra da far finire, in un modo o nell'altro. Che non è affatto la stessa cosa.

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