C'è stato chi ha messo in dubbio che fosse stato ucciso da un orso e chi lo ha accusato di essere stato imprudente ad andare a correre in quella zona. Di essersela cercata, insomma. Post su post, sui social, di animalisti che puntavano il dito contro Andrea Papi, il runner di 26 anni ferito a morte dall'orsa Jj4 il 5 aprile dello scorso anno tra i boschi di Caldes, in Trentino, con l'obiettivo di salvare l'animale dall'abbattimento. Incuranti del dolore dei familiari. Commenti offensivi, se non veri e propri insulti, che avevano costretto i genitori del ragazzo a denunciare gli haters per tutelarne la memoria. «Andrea così muore per la seconda volta, vittima dei leoni da tastiera», avevano detto.
I nomi di quei leoni da tastiera, finiti sotto inchiesta, rischiano ora di essere processati per diffamazione. Sono 18 le persone indagate per le quali la Procura della Repubblica di Trento ha chiuso le indagini, tra loro anche Daniela Martani, l'ex hostess licenziata dall'Alitalia, ora conduttrice radiofonica. Cinque giorni dopo l'accaduto aveva scritto un post su Facebook che non era passato inosservato. «La madre e la fidanzata Alessia Gregori del ragazzo morto in montagna - io alla storia dell'uccisione da parte dell'orso non ci credo - stanno speculando sul dolore e gridano vendetta con gli occhi iniettati di sangue nei confronti di un animale che non ha alcuna colpa». Un colpo al cuore - uno dei tanti leggendo i commenti sui social di quei giorni - per la famiglia del runner, che per proteggere la verità e la memoria del 26enne aveva intrapreso l'azione legale. È stata la stessa Martani a comunicare sulla sua pagina di essere indagata: «Sono stata denunciata dalla famiglia di Andrea Papi, il ragazzo ucciso dall'orsa (?) per aver espresso un parere che metteva in dubbio la veridicità della questione, una follia. Insieme a me sono state denunciate altre 18 persone. Ormai la denuncia per diffamazione è diventata un'arma per intimidire chi contesta o ha una visione diversa dei fatti». L'ex hostess conclude invitando chiunque sia stato denunciato a contattarla per condividere la strategia difensiva messa a punto dal suo legale. In un altro post definisce la fidanzata di Andrea Papi «una ragazza piena di odio e livore» che «vuole a tutti i costi vendetta». Alessia Gregori replica, sempre su Facebook, invitandola a «collegare il cervello prima di parlare, invece che piangere sul latte versato». «Adesso è ora di pagare tutto il dolore che avete causato, tu e tutti gli altri», scrive.
Insomma la tragedia di Andrea Papi continua ad essere divisiva, così come nell'immediatezza aveva spaccato l'opinione pubblica: gli animalisti, convinti che l'orso non avesse alcuna colpa, contro tutti coloro che non ritenevano incosciente la scelta di Andrea di andare a correre in una zona, nel Comune di Caldes, che si trova alle pendici del bosco e dove quindi non esiste un confine netto tra paese e natura «selvaggia». Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, aveva chiesto l'abbattimento dell'orso. Poi il Tar aveva sospeso l'ordinanza.
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