«Non è una coincidenza che il protocollo Albania sia ripartito adesso che gli sbarchi dalla Libia stanno registrando un'impennata nel fine settimana». Chi conosce i fragili equilibri della martoriata nazione nordafricana ragiona sui numeri snocciolati dal Viminale: negli ultimi 13 giorni sono aumentati di oltre il 130% gli sbarchi, soprattutto dalla Libia. Un dato in controtendenza con il 2024, che si è chiuso con -60% a 66.317 clandestini. L'anno scorso la porta di accesso all'Europa è stata El Hierro, la più piccola isola delle Canarie. La pericolosa rotta atlantica da Mauritania, Senegal e Gambia è stata battuta da circa 20mila migranti da Maghreb, Pakistan e Siria.
Ma dei 3mila migranti arrivati al molo Favaloro di Lampedusa, intercettati da Guardia costiera e Finanza, secondo le testimonianze ai soccorritori, tra 2mila e 2.200 sono partiti dai porti libici di Gianzura, Tripoli, Zawia e Zuwara. Anche i barchini coinvolti nei due naufragi in zona Sar maltese, a 50 miglia da Lampedusa con sei dispersi (due fratellini di due e tre anni sono morti, di un terzo non si trova il corpo) raccolti dalla motovedetta V1302 della Gdf, sarebbero partiti da Zuwara, con nigeriani e camerunensi che dicono di aver pagato da 4mila a 7mila dollari.
Se l'hotspot di contrada Imbriacola non desta preoccupazione - solo 500 ospiti - il sospetto dell'intelligence è che dietro i flussi particolarmente generosi non ci sia solo la fine del maltempo ma anche un collegamento con il fermo e il mancato arresto del criminale di guerra libico Najeem Osema Almasri (su cui oggi relaziona in Parlamento il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi), fermato a Torino nella notte tra il 18 e il 19 gennaio scorso, come se la milizia salafita legata al direttore del carcere di Mitinga, accusato di aver violentato e ucciso decine di detenuti, volesse «vendicarsi». Non solo. Il business rende più dei traffici di petrolio e sigarette. Dalla fine del 2024 Zuwara, l'hub del traffico di esseri umani ad ovest di Tripoli , è conteso tra le milizie del ministro dell'Interno Emad Trabelsi e gruppi militari , che con scontri a fuoco avrebbero conquistato il controllo della frontiera di Ras Ajdir tra Libia e Tunisia, dove chi transita viene derubato e rapinato.
Da qui il rilancio del protocollo Albania, che Pd e M5s definiscono «uno spreco da un miliardo». Che i migranti temano di essere reclusi a Gjader in attesa dell'ok all'asilo lo dimostra il fatto che su 121 migranti arrivati su un barchino proveniente dalla Libia, in 53 avessero i documenti: sono stati esclusi dalla detenzione amministrativa e ammessi alle procedure ordinarie, come previsto dal tanto contestato Decreto Cutro. «In tanti hanno paura, una volta arrivati a Lampedusa ci chiedono se sono in Albania o se verranno portati là», dice l'Ong Mediterranean Hope.
Stamattina alle 8 italiane la nave Cassiopea della Marina militare sbarcherà al porto albanese di Shengjin per lo screening iniziale dei 49 clandestini maschi, maggiorenni e in buona salute senza documenti ma provenienti da Paesi considerati sicuri dal Decreto Flussi: Bangladesh (in maggioranza), Egitto, Gambia e Costa d'Avorio. In attesa della sentenza della Corte di Giustizia europea attesa per il 25 febbraio che dovrebbe chiarire la cornice giuridica europea sul tema. Chi non ha diritto d'asilo potrebbe essere subito rimpatriato, chi verrà giudicato «fragile» tornerà in Italia. Una delegazione dell'opposizione sovraintenderà le procedure accelerate, a decidere in 48 ore tra domani e giovedì saranno i togati della Corte d'Appello di Roma, collegati con maxischermi in videoconferenza , cui lo stesso Decreto Flussi ha assegnato la competenza togliendola alle sezioni Immigrazione, che per due volte a ottobre e novembre non avevano convalidato alcuna espulsione, con sentenze fotocopia. Come andrà? Il presidente Giuseppe Meliadò, critico col Decreto Flussi, ha già chiesto l'aiutino dei giudici della sezione Immigrazione . «Di recente la Cassazione ha sancito che chi deve definire i Paesi sicuri è il legislatore, non il giudice», ricorda il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto .
«Il governo forza la mano senza attendere la Corte di giustizia», replica Riccardo Magi (+Europa). Se il protocollo funzionasse, i mercanti di uomini avrebbero di che essere preoccupati: la prospettiva di finire in Albania si dimostra il miglior deterrente. Con buona pace di sinistra e magistrati.
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