Oggi Turetta davanti al gip. Ris al lavoro su auto e libro

Il legale: "Filippo sta bene, non chiederò i domiciliari". I chiarimenti su nastro adesivo e soldi, il rischio ergastolo

Oggi Turetta davanti al gip. Ris al lavoro su auto e libro
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Ha chiesto di poter vedere i suoi genitori. E un libro da leggere, uno qualunque. «Il compagno di cella? Molto gentile, mi ha offerto della frutta». La prima giornata in carcere a Verona Filippo Turetta l'ha passata nel reparto di infermieria, in stanza con un solo detenuto, ancora lontano dai reclusi «comuni». È sorvegliato a vista per evitare che si faccia del male e sembra impenetrabile. Un po' spaesato, spaventato ma lucido. Non risulta abbia chiesto nulla della famiglia di Giulia, né dei funerali.

Dopo un breve colloquio con il cappellano del carcere e con lo psicologo, oggi il ragazzo verrà interrogato dal gip di Venezia Benedetta Vitolo e poi verrà sentito dal pm Andrea Petroni. Ieri pomeriggio ha concordato la linea da tenere assieme all'avvocato difensore, Giovanni Caruso. E potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere. O viceversa rilasciare dichiarazioni spontanee. «Non dico cosa farà il mio assistito per rispetto all'autorità giudiziaria. Ma sta bene» dichiara Caruso al termine del suo incontro in carcere, durato un'ora e mezza. «Non presenteremo istanze al Riesame né di affievolimento della misura cautelare in carcere al gip».

L'interrogatorio di garanzia potrebbe cambiare la posizione di Turetta per cui la Procura parla di un capo d'imputazione «invariato ma fluido» (che per ora è omicidio volontario e non comprende l'occultamento di cadavere). Il pm potrà contestargli nuovi elementi raccolti dopo l'arresto in Germania, al termine di una fuga di una settimana e oltre mille chilometri per scappare all'accusa di aver sequestrato e ucciso l'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Ma questa aggravante, che potrebbe far lievitare la condanna fino all'ergastolo, viene evocata in base a una serie di elementi che sono emersi dopo, tra cui il coltello e un guanto trovati nella Gran Punto nera che deve ancora essere riportata in Italia e che verrà affidata alle analisi del Ris di Parma.

Turetta dovrà spiegare perché aveva 300 euro con sé, perché aveva comprato online il nastro adesivo utilizzato per impedire a Giulia di urlare, perché avrebbe studiato possibili percorsi di fuga e perché si fosse procurato dei sacchi neri trovati accanto al corpo abbandonato tra le rocce vicino al lago di Barcis. Elementi nuovi che potrebbero essergli contestati aggravando, di fatto, la sua posizione: insieme alla possibilità di dover rispondere di occultamento di cadavere, potrebbe essere accusato anche di premeditazione. Non è chiaro se, nella linea difensiva, il suo avvocato potrebbe chiedere una perizia psichiatrica (anche se chi ha incontrato Filippo dichiara sia perfettamente lucido).

Tra i punti da chiarire, il pm vorrà anche sapere se Turetta ha utilizzato il nastro adesivo anche per legare i polsi di Giulia oltre che per impedirle di chiedere aiuto. Un altro elemento su cui fare accertamenti è il libro per bambini trovato vicino al corpo di Giulia tra le sterpaglie. Non è ancora chiaro chi abbia comprato il volume, se la stessa Giulia, aspirante illustratrice, o Filippo. «Filippo Turetta avrà tutti i diritti che gli spettano: potrà studiare, vedere i genitori, usufruire di un sistema liberale.

Per il resto, è perfettamente sano di mente e ogni artifizio è inutile e offensivo. Dovrà assumersi le sue responsabilità ma è anche giusto che la pressione mediatica si allenti» afferma il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi.

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