
Sabotaggio o incidente? Lo sliding centre di Cortina d'Ampezzo è sotto attacco. Un tubo della refrigerazione potrebbe essere stato vandalizzato o essere scivolato, dato il ghiaccio, fino ad ostruire la strada che sale al cantiere. I carabinieri, con la Procura di Belluno, stanno indagando, dopo la denuncia degli operai che ieri mattina hanno trovato strade e sito sotto sopra. Quello che è certo è quel tubo non doveva essere lì e in quella posizione. In caso di vandalismo, l'ipotesi che ieri è apparsa probabile, secondo i primi rilievi, qualcuno avrebbe agito nella notte, salendo nel bosco e violando il cantiere fino a raggiunger una delle curve del tracciato, già plasmato nel cemento, sradicando un tubo di refrigerazione, la parte più delicata dell'intero impianto che si sta costruendo, in una corsa contro il tempo, nella conca d'Ampezzo.
Fra poche ore è in calendario un sopralluogo del Cio per valutare il work in progress di quella che, suo malgrado, è diventata l'opera più discussa dei prossimi Giochi 2026. Qui, sulla nuova pista Eugenio Monti, si lavora da meno di un anno, con una missione olimpica: evitare che le gare di bob, skeleton e slittino finissero all'estero dalla Svizzera, alla Francia, dall'Austria agli Stati Uniti, queste le alternative fra il concreto e il fantasioso vanificando quell'idea di olimpiade diffusa sì, fra varie località, ma tutta alpina, dolomitica e tricolore che, pur con qualche contraddizione e obiettivo ritardo, era alla base del progetto vincente di Milano Cortina 2026. Ora un grande tubo nero è finito in mezzo alla strada, bloccando la circolazione delle strade che salgono sopra la conca, in un atto di vandalismo che Fabio Saldini, commissario del governo per le opere olimpiche ha denunciato e bollato da subito come «Grave ed inquietante». «Un atto irrispettoso che mette in difficoltà chi lavora giorno e notte», hanno dichiarato i tecnici di Simico, la società infrastrutture di Milano Cortina 2026.
La consegna «chiavi in mano» del budello di ghiaccio era prevista a metà di marzo in modo da poter ghiacciare i 34 settori di questa volata di 1500 metri che gli atleti compiono in circa 60 secondi. Così aveva messo nero su bianco il colosso parmigiano delle costruzioni Pizzarotti che si era aggiudicato il progetto lo scorso febbraio, aderendo, unico partecipante all'ultimo bando utile, indetto a fine 2023: 680 giorni per consegnare quelle 15 curve per poco più di 85 milioni di lire. Il 24 marzo sono fissati i primi test di pre omologazione. In seguito si continuerà a lavorare sulla pista e nelle sue pertinenze fino ad ottobre, termine per la consegna dell'impianto. Il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi prova a fare chiarezza: «Non riusciranno a ritardare i lavori: il tubo, fra l'altro, era accatastato e non messo in opera». «Chi cerca di danneggiare le Olimpiadi fa un danno all'Italia davanti al mondo. Come per chi assalta il cantiere dell'Alta Velocità, lo Stato non si fa intimidire», così recita una nota del Mit cui si aggiunge, via Facebook, la reazione del ministro Matteo Salvini: «All'odio e al livore dei signori del No, rispondiamo con l'Italia dei Sì!: avanti senza paura». «Le opere olimpiche sono un patrimonio comune, simbolo di sport, rispetto e lealtà. Atti di sabotaggio come questo sono un affronto agli sforzi di ci lavora per portare a termine un'infrastruttura che darà lustro all'intero Paese», ha precisato Luca Zaia, presidente della Regione Veneto.
Ora si cambia marcia, prevedendo anche una più ampia custodia e videosorveglianza del cantiere: «Confido nel lavoro delle forze dell'ordine affinché si faccia chiarezza», prosegue Zaia, «perché Cortina e le Dolomiti meritano di essere raccontate per la loro bellezza e capacità di ospitare eventi internazionali, non per atti di inciviltà».
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