
Sì alla perizia psichiatrica su Moussa Sangare, a processo per l'omicidio di Sharon Verzeni (nella foto). La corte d'Assise di Bergamo, ieri durante la prima udienza, ha accolto la richiesta della difesa dell'imputato di valutare sia la «capacità di stare in giudizio» del 31enne originario del Mali sia la sua capacità di intendere e di volere nel momento in cui, la notte tra il 29 e il 30 luglio 2024 a Terno d'Isola, ha ucciso a coltellate la donna che era uscita per una passeggiata e che lui non aveva mai visto prima. «Volevo solo dire che sono innocente», ha dichiarato in aula Sangare, poco prima che la Corte si ritirasse per decidere sull'istanza del difensore.
Durante le indagini l'uomo aveva reso una doppia e piena confessione, ammettendo di avere incontrato la barista 33enne mentre lui vagava in bici e di averla uccisa. Sharon, ha raccontato, «guardava le stelle ascoltando la musica con le cuffiette» e Sangare l'avrebbe colpita «a caso». Oltre all'imputato erano presenti in aula Bruno Verzeni, il papà della vittima, e la mamma Maria Teresa Previtali con la figlia Melody. Non c'era Christopher, l'altro figlio. C'era infine Sergio Ruocco, il fidanzato con cui Sharon aveva in programma di sposarsi e che inizialmente era stato sospettato di femminicidio. «Siamo rimasti un po' sorpresi dalla decisione di accogliere la richiesta di perizia su Sangare, ma confidiamo nella giustizia», ha detto Bruno Verzeni.
Secondo l'avvocato Giacomo Maj, che assiste l'imputato e che ha chiesto la perizia, Sangare ha manifestato un atteggiamento «del tutto distaccato dalla realtà». Il legale ha giustificato la richiesta «innanzitutto sulla base della produzione documentale che ho depositato dalla quale si evincono le problematiche di natura psichiatrica». Documenti relativi alle visite cui il 31enne è stato sottoposto sia al momento dell'arresto a Bergamo sia a San Vittore, dove è stato poi trasferito. Maj ha inoltre dichiarato che la sorella di Sangare «mostrò all'assistente sociale (che seguiva la famiglia, ndr) un video in cui il fratello parlava coi defunti mentre la madre svolgeva mansioni domestiche. A tutto questo - ha concluso l'avvocato - va aggiunto che anche questa difesa ha avuto problemi a rapportarsi con lui e a instaurare un dialogo». Il pm Emanule Marchisio aveva chiesto ai giudici di respingere la richiesta di perizia nella parte che riguarda la valutazione sull'imputabilità, mentre si è rimesso al giudizio della Corte sulla capacità di intendere e di volere.
Il legale di parte civile, l'avvocato Luigi Scudieri, che rappresenta i familiari della vittima, ha invece chiesto di rigettare la perizia nel complesso. Alla prossima udienza, l'11 marzo, verrà conferito l'incarico all'esperto.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.