Oms contro le aziende sulla quarta dose subito "Ora vaccino universale"

Anche l'Ema mette paletti alle Big Pharma: "Basta con le iniezioni ogni tre-quattro mesi"

Oms contro le aziende sulla quarta dose subito "Ora vaccino universale"

Con la pandemia da Sars-Cov-2 sembra di vivere in un continuo déjà vu: da un lato chi afferma la necessità immediata di un booster e poi di successivi richiami a scadenze più o meno brevi; dall'altro chi ritiene necessario arrivare a dare la prima dose a quanti ancora la stanno aspettando, per evitare nuove mutazioni. Anche perché attendere ogni volta i risultati di quanto accade in Israele, che anticipa le scelte, potrebbe risultare fin troppo comodo e forse eticamente discutibile. Di booster o meno si discuteva alla fine dell'autunno per la terza dose e poi prima di Natale e ora i fari sono puntati sulla quarta. La novità, però, è che in alcune nazioni, come gli Usa, si fa strada la voce sull'impraticabilità di sottoporre la popolazione a continue vaccinazioni. «La priorità globale deve essere quella di aiutare tutti i Paesi a raggiungere l'obiettivo del 40 per cento di vaccinati il più rapidamente possibile e l'obiettivo del 70 entro la metà del prossimo anno. Dove però i vaccini non arrivano, il virus circola e può mutare, fino a produrre nuove varianti come Omicron». La linea dell'Oms è chiara: trovare un vaccino in grado di prevenire le infezioni e la trasmissione del Covid, oltre alla malattia grave e al decesso. «Fino a quando tali vaccini non saranno disponibili e di pari passo all'evolversi del virus, potrebbe essere necessario aggiornare la composizione degli attuali vaccini contro Covid-19, per garantire i livelli di protezione raccomandati anche contro le varianti di preoccupazione», sottolinea il Gruppo tecnico dell'Oms. A cui fa eco l'immunologo Anthony Fauci, durante la lectio magistralis, tenuta ieri in collegamento video con la Sapienza di Roma, in occasione della cerimonia di conferimento del Dottorato di ricerca honoris causa: «Abbiamo un urgente bisogno di vaccini universali contro i coronavirus», perché in futuro «vedremo certamente nuove varianti, non solo con Sars-CoV-2, ma magari con altri coronavirus».

Dall'altra parte però ci sono le aziende con lo sguardo puntato sul prossimo autunno e la necessità della quarta dose. L'efficacia della dose booster è destinata a diminuire nel corso dei mesi. «Sarei sorpreso di ricevere nelle prossime settimane dati in base ai quali» la dose booster «tenesse bene nel corso del tempo. Mi aspetterei che non reggesse alla grande. Secondo le nostre convinzioni, questo virus non se ne andrà. Dovremo conviverci», afferma Stephane Bancel, Ceo di Moderna. Recentemente anche il Ceo di Pfizer, Albert Bourla, ha fatto riferimento alla necessità della quarta dose e a intervalli brevi.

Intanto le aziende sono impegnate anche nello sviluppo di un unico vaccino

contro Covid e influenza e la somministrazione una volta l'anno potrebbe rappresentare la sintesi delle diverse posizioni, soprattutto perché «non possiamo continuare a dare dosi di richiamo ogni 3-4 mesi», sottolinea l'Ema.

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