Ong contro l'Italia: denuncia alla Ue. "È illegittimo bloccarci le navi"

Appello a Bruxelles dopo la stretta del decreto Cutro: «Eliminare anche le multe»

Ong contro l'Italia: denuncia alla Ue. "È illegittimo bloccarci le navi"
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Una delle principali cause dei continui arrivi di immigrati irregolari in Italia sono le Ong che da anni svolgono un ruolo da protagonista nel Mediterraneo favorendo gli sbarchi dei migranti nei porti italiani. La stretta voluta dal governo con il decreto Cutro sul ruolo delle Ong che, come attestato da un rapporto dell'intelligence italiana dello scorso febbraio, rappresentano «un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti», è un tentativo di limitarne l'operato.

È perciò paradossale l'appello che 56 Ong hanno rivolto all'Unione europea contro l'Italia chiedendo di fermare urgentemente «l'illegittima ostruzione» della flotta umanitaria disposta dal nostro Paese con lo stop nei giorni scorsi alle navi Aurora, Open Arms and Sea-Eye 4. «Se l'assistenza umanitaria in mare continua ad essere ostacolata, ci sarà una presenza drasticamente diminuita delle navi civili di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale ed il risultato sarà ancora più vite perse» hanno scritto le Ong all'Ue avanzando una richiesta: «Tutte le navi civili di ricerca e salvataggio devono essere rilasciate immediatamente e qualsiasi multa derivante deve essere eliminata. La legge italiana che limita le attività di ricerca e salvataggio delle ong nel Mediterraneo centrale deve essere revocata; il diritto marittimo internazionale e il diritto dei diritti umani devono costituire il quadro di riferimento per tutti coloro che operano in mare».L'aspetto più sconvolgente di quanto chiedono le Ong all'Ue è che, in una situazione critica per l'Italia con migliaia di arrivi ogni giorno sulle nostre coste, invece di richiedere un intervento di Bruxelles per bloccare le partenze irregolari, vogliono «fermare l'Italia». Pochi giorni fa è stata infatti bloccata per venti giorni al porto di Palermo la Sea-Eye 4 a cui le autorità italiane hanno imposto anche una multa di circa 3000 euro per la violazione della nuova legge italiana sull'immigrazione in vigore da febbraio.

La richiesta delle Ong si scontra non solo con l'attività del governo ma anche con quella delle autorità italiane che fronteggiano in prima linea una situazione complessa. Solo pochi giorni fa il prefetto di Agrigento Filippo Romano spiegava: «Obiettivamente, insistere con gli arrivi dei migranti su Lampedusa, in questo momento, è poco umanitario» aggiungendo che «se non per estrema necessità a Lampedusa non devono più attraccare le navi delle ong perché ci sono già gli sbarchi autonomi. Insistere su Lampedusa provocherà soltanto una situazione di sovraffollamento».

I dubbi sulle attività delle organizzazioni non governative sono molteplici come attestano le carte del maxiprocesso in corso a Trapani da cui emergono contatti tra alcune Ong e gli scafisti, negli atti del processo è presente il messaggio di un esponente della tedesca Jugend Rutter destinato agli scafisti chiamati «pescatori di motori». Secondo gli investigatori di Trapani ci sarebbero stati almeno quattro contatti tra organizzazioni umanitarie e i trafficanti: «Sia il comandante, sia il primo ufficiale di coperta, sia il team leader della Ong erano a conoscenza della presenza di trafficanti durante il salvataggio e si attivavano durante le fasi del trasbordo dei migranti a smontare il motore».

Nonostante ciò il Pd ha presentato un'interrogazione parlamentare firmata anche da Elly Schlein e Laura Boldrini: «La destra continua a dimostrarsi feroce contro i migranti.

Il governo abbia però almeno un sussulto di coerenza e dignità evitando che le navi umanitarie che collaborano con le autorità italiane vengano sanzionate». Quando si dice confondere una delle cause dell'immigrazione irregolare con i suoi effetti.

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