Open Arms, il fronte rosso gongola: "Finalmente Salvini alla sbarra"

Dopo il rinvio a giudizio del leader del Carroccio arrivano le parole di giubilo dei suoi detrattori

Open Arms, il fronte rosso gongola: "Finalmente Salvini alla sbarra"

Dopo il rinvio a giudizio di Matteo Salvini per il caso Open Arms arrivano le parole di giubilo del capo missione di Mediterranea Luca Casarini, che parla di una "buona giornata" visto l'esito processuale odierno.

La vicenda processuale

Il Gup di Palermo ha accolto le motivazioni della procura della Repubblica nel corso dell'ultima udienza preliminare: al termine della camera di consiglio, il giudice ha infatti deliberato il rinvio a giudizio per il leader del Carroccio, che resta quindi indagato per i reati di abuso di ufficio e sequestro di persona.

Rigettate le tesi dell'avvocato di Salvini Giulia Bongiorno, la quale aveva sottolineato il fatto che la scelta del porto sicuro (Pos) da assegnare alla nave sarebbe dovuta spettare alla Spagna (Stato di bandiera della Open Arms) e non di certo all'Italia. Eppure era stato lo stesso comandante dell'imbarcazione a rigetare le varie soluzioni proposte: "Ha rifiutato di sbarcare migranti a Malta, ha rifiutato numerosi aiuti da altri natanti, ha rifiutato di essere scortato in qualsiasi porto spagnolo, ha rifiutato di essere accompagnato in porti spagnoli". Secondo la difesa, inoltre, la scelta del Pos non faceva capo al Viminale: "Il divieto di ingresso in acque territoriali fu firmato da Salvini, Trenta e Toninelli ma qui c'è solo Salvini", ha spiegato il legale durante l'udienza. Tesi in contrasto con quanto sostenuto dalla procura, che attribuisce proprio al segretario della Lega tale mancata assegnazione individuando per questo i reati contestati.

L'affondo di Casarini

Ma più che la vicenda processuale nel suo complesso, ad interessare Luca Casarini è il fatto che l'ex vicepremier finisca alla sbarra per la vicenda Open Arms. "Decisione importante. Finalmente ci sarà un processo contro chi ha usato immunità e privilegi in passato per tentare di coprire le proprie responsabilità, che sono gravissime", dichiara infatti all'AdnKronos il capo missione di Mediterranea, indagato dalla Procura di Ragusa per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. "Ed è importante anche che chi abusa del suo potere per fare del male ad altri esseri umani che come unica colpa hanno quella di essere poveri e senza potere", prosegue l'attivista, "finisca oggi sul banco degli imputati".

"Di solito", aggiunge ancora Casarini facendo del vittimismo e ricollegando il discorso al fatto di essere accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, "ci finisce chi salva vite umane in mare, chi non accetta l'orrore dei campi lager libici finanziati dai nostri governi. Oggi per fortuna non è andata cosi. È una buona giornata per chi lotta per la democrazia e i diritti umani".

Gongola il presidente di Open Arms

"E' un momento importantissimo, che si chiami Matteo Salvini o in un altro modo, poco importa. La cosa importante è che viene in qualche modo ripristinato qualcosa che mai dovrebbe essere violato, il rispetto delle persone", commenta all'AdnKronos il presidente della Ong Open Arms."Non si può utilizzare il potere, l'interesse politico, le azioni prepotenti per proprio beneficio facendo male a persone che come società dovremmo difendere, bisognose, naufraghi". L'esito dell'udienza odierna "ripristina il fatto che proprio chi dovrebbe essere responsabile primo di tutti del benessere delle persone e avere rispetto alto delle istituzioni che rappresenta", aggiunge Riccardo Gatti. "Il comportarsi come abbiamo visto che si è comportato Matteo Salvini non può essere qualcosa che può passare impunito. Fosse stato al contrario, veramente come società dovremmo avere molta molta paura del potere", conclude.

Le parole di Biancalani

"Il processo potrà servire a mettere in luce i risultati delle politiche dei respingimenti che sino ad ora sono state segnate dalla mancanza di umanità nei confronti di decine di migliaia di persone consegnate nelle mani di milizie senza scrupoli", commenta invece il parroco di Vicofaro."Non è più tollerabile che come Paese ci si possa permettere di trattare le persone come animali. Speriamo dunque che il processo possa servire anche a fare maturare le coscienze degli italiani. Per lo meno si abbia la forza e il coraggio di attuare un monitoraggio serio di ciò che accade in Libia e si garantiscano corridoi umani per trarre in salvo bambini e donne". Per il sacerdote dell'accoglienza indiscriminata"non è più tollerabile che siano lasciati in mano ad aguzzini. I problemi oramai sono tutti pandemici, tutti connessi".

Gioisce il fronte rosso

"Salvini non faccia la vittima di un complotto politico giudiziario perchè nessuno può essere al di sopra della legge, nemmeno chi ha avuto il beneficio di rateizzare un debito con lo stato di 49 milioni di euro in comode rate di 80 anni, e che ora dovrà spiegare in un'aula di un tribunale perchè ha sequestrato per settimane 160 migranti di cui 28 erano minori nonostante le ripetute richieste di consentire lo sbarco per motivi umanitari", affonda il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli."Salvini non ha difeso i confini del nostro Paese, come vorrebbe sostenere, ma non ha rispettato i diritti umani. Di questo si tratta, come stabilito dal Comitato Onu per i diritti umani, che il 29 gennaio ha condannato l'Italia per essere intervenuta in ritardo per soccorrere la nave Open Arms violando anche il diritto internazionale marittimo. Deve essere chiaro, a Salvini in primis, che il ruolo di ministro", aggiunge in conclusione Bonelli, "non può essere utilizzato per una campagna di propaganda elettorale permanente, ma quel ruolo lo si deve esercitate per governare un Paese nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali. Nel processo Salvini ci spieghi quale pericolo potevano rappresentare per i confini italiani 142 migranti e 28 minori lasciati in mezzo al mare per settimane".

Gongola anche il deputato di Leu Erasmo Palazzotto: "Non so se ci sarà un giudice a Palermo o a Berlino che la condannerà per la sua disumanità il senatore Salvini, quello che so è che per il momento, anche se si da molto da fare nella sua veste di lotta e di Governo, quella stagione illegittima e disumana è archiviata. Ed è questa la cosa importante: che diritti fondamentali delle persone non vengano violati come quando lei era Ministro dell'Interno. Adesso, perché quella stagione non torni, i progressisti hanno il dovere di lavorare ad una nuova agenda sulle migrazioni che si fondi sul diritto e sui diritti. Solo così", conclude Palazzotto, "sconfiggeremo la narrazione xenofoba e nazionalista dei Salvini e degli Orban".

Di pesante sconfitta parla invece il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna: "Non c'è stata nessuna condanna e neppure una assoluzione. Soltanto si farà giustamente un processo per sapere se, dal punto di vista penale, l'ex ministro degli Interni Matteo Salvini ha delle responsabilità perché nessuno è al di sopra della legge. Ma, sicuramente oggi, il senatore Salvini subisce una pesante sconfitta", affonda ancora Zanna, "soprattutto la sua arroganza ed il suo cinismo. Questa responsabilità politica ed umana resterà scolpita per sempre e nessuna sentenza la potrà mai cancellare. Porti aperti, salvare vite, restare umani. Questo è il nostro credo".

Il commento di Emergency

A commentare la notizia del rinvio a giudizio anche l'associazione umanitaria italiana Emergency, che ai microfoni di AdnKronos ha parlato di occasione per riflettere sul tema immigrazione."Il salvataggio e la protezione della vita dei migranti in mare è un diritto fondamentale che non può essere messo in discussione. Soprattutto per ragioni politiche", sono le parole dell'associazione, che ricorda come un team di suoi volontari si fosse trovato a bordo della Open Arms nell'agosto del 2019. Emergency"ha toccato con mano gli effetti delle decisioni politiche di quei giorni sulla già grave condizione di prostrazione e sofferenza delle persone a bordo".

E ancora: "Ci auguriamo che questo processo chiarisca quanto è accaduto e che sia l'occasione di giudicare la condotta europea in tema di immigrazione e riflettere sulla necessità di proteggere i diritti fondamentali delle persone, al di là della loro provenienza".

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