Le opposizioni alla resa dei conti si contendono la medaglia di chi perde meglio

Se il terzo polo cala ovunque Renzi pronto alla guerra con Calenda

Le opposizioni alla resa dei conti si contendono la medaglia di chi perde meglio

Le opposizioni si contendono la palma del «miglior perdente» alle regionali in Lombardia e Lazio. Il voto è un derby interno per sancire leadership o riequilibrare i rapporti di forza. Giuseppe Conte vuole completare l'opa sul Pd. Nel Terzo Polo Matteo Renzi attende il verdetto elettorale per virare verso il centrodestra. Il segretario in pectore dei dem Stefano Bonaccini spera di reggere a Milano per rilanciare l'asse con Calenda.

La vittoria nelle due Regioni, per i candidati sostenuti da Pd, M5s e Terzo Polo, appare proibitiva. Ecco che la partita di Calenda, Renzi, Conte, Bonaccini e Schlein assume il sapore di una resa dei conti. Nel Lazio, Pd e Terzo Polo puntano su Alessio D'Amato contro il candidato del centrodestra Francesco Rocca. Il M5s schiera Donatella Bianchi. In Lombardia l'alleanza tra democratici e grillini investe tutte le fiches su Pierfrancesco Majorino mentre il Terzo Polo scommette su Letizia Moratti, ex vice del governatore uscente Attilio Fontana. La certezza di partenza è la divisione nel campo delle opposizioni. In Lombardia, dove la forza elettorale del M5s è abbastanza irrilevante, il derby tra Pd e Terzo Polo è tra chi arriva primo tra i perdenti. Il Terzo Polo rischia più di tutti: parte dal buon risultato (11%) ottenuto alle scorse elezioni politiche. Un eventuale calo per la lista di Calenda e Renzi (da non cumulare con i voti della civica di Moratti) significherebbe una battuta d'arresto per il progetto del partito unico.

Tra l'altro proprio in Lombardia i renziani hanno fino all'ultimo istante provato a convincere Carlo Calenda sulla necessità di un'intesa con il Pd. Nulla da fare. Ora un risultato deludente per il Terzo Polo spingerebbe Italia Viva ad aprire il primo vero processo contro il leader Calenda. Ma soprattutto un doppio verdetto negativo del Terzo Polo, in Lombardia e Lazio, offrirebbe l'occasione a Matteo Renzi per aprire la trattativa con il centrodestra e chiudere definitivamente ogni dialogo con la sinistra. Al contrario, un doppio risultato positivo da parte del Terzo Polo e del Pd potrebbe suggerire al futuro segretario dei democratici (Stefano Bonaccini) di rilanciare l'asse con i centristi. A cominciare dal primo banco di prova per le opposizioni in Parlamento: la commissione Vigilanza. La presidenza dovrebbe andare a un grillino con l'ok del Pd. Ma un ritrovato feeling tra Terzo Polo e Pd potrebbe ribaltare l'equilibrio. Nel Pd, l'ala di sinistra, che appoggia Elly Schlein, tifa per il tracollo del Pd nel Lazio e un buon risultato di Donatella Bianchi, la candidata su cui punta Giuseppe Conte. I Cinque stelle nel Lazio viaggiano con il favore dei pronostici e potrebbero superare il Pd nella sfida tra perdenti. Un avanzamento del M5s come prima forza di opposizione ridarebbe slancio al progetto di uno scivolamento a sinistra dell'alleanza, incoronando Conte come leader dell'opposizione. A quel punto il Terzo Polo non avrebbe altra strada che tuffarsi tra le braccia del centrodestra e del premier Giorgia Meloni. Ma sull'operazione contiana di svuotamento del Pd piomba una variabile impazzita: Virginia Raggi.

L'ex sindaco di Roma, che non ha mai legato con Giuseppe Conte, potrebbe indossare i panni della guastafeste spostando voti al Pd. La mossa impedirebbe il sorpasso dei Cinque stelle e indebolirebbe la leadership di Conte.

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