"Ora anche Bruxelles si è convinta"

Il sottosegretario alle Infrastrutture: "Progetto cruciale per il Paese"

"Ora anche Bruxelles si è convinta"

Tullio Ferrante, sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti ed esponente di Forza Italia, a tutto campo sul Ponte sullo Stretto.

Sottosegretario, il Def non copre il Ponte?

«Per non cadere nelle strumentalizzazioni delle opposizioni, è bene chiarire che il Def è un documento di programmazione finanziaria e non prevede lo stanziamento di risorse. Le coperture per la realizzazione dell'opera verranno individuate con la legge di bilancio tra i finanziamenti contratti sul mercato (tramite Cassa Depositi e Prestiti e Banca europea degli investimenti), tra le sovvenzioni di cui al programma Connecting Europe Facility, tra le risorse messe a disposizione dalle Regioni e a valere sui fondi FSC, oltre che nell'ambito delle programmazioni pluriennali a carico del bilancio dello Stato».

L'Ue ha dato l'ok all'emendamento.

«L'Europa vede con assoluto favore questa grande opera. Infatti nell'ambito della revisione del regolamento sulle reti strategiche TEN-T ieri è stato approvato, in commissione Trasporti dell'europarlamento, un emendamento che consentirà di agganciare la Sicilia alle principali reti transeuropee e di superare il gap infrastrutturale tra Nord e Sud del Paese. Ricordo che il Ponte sullo Stretto rientrerà nel corridoio scandinavo-mediterraneo il cui coordinatore, peraltro, incontrerò per un confronto operativo al ministero dei Trasporti, con il ministro Salvini e i governatori Occhiuto e Schifani»

L'Italia dei «no» non vuole quell'opera.

«Il tema della coesione economica e sociale nonché quello del superamento dei divari territoriali sono alla base della decisione del governo di rilanciare la realizzazione del Ponte. La crescita economica di un Paese passa anche per il completamento della rete infrastrutturale primaria. Il collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e continente è stato definito prioritario e di preminente interesse nazionale proprio per questi motivi. Sulla fattibilità tecnica dell'opera, fermo restando che il MIT eserciterà le funzioni di indirizzo, controllo e vigilanza tecnico/operativa, ricordo che dopo decenni di discussioni accademiche ed ingegneristiche su piloni e campate, è il momento di passare dalle parole ai fatti».

Le tempistiche restano quelle previste?

«Contiamo che il progetto esecutivo sia approvato entro l'estate del 2024 e che l'intero intervento venga completato entro il 2030. Stiamo parlando di un'opera di cui si è iniziato a parlare negli anni settanta e che ha subito immotivate frenate a causa del fanatismo ideologico di un certo ambientalismo di sinistra. Oggi riprendiamo il progetto definitivo del 2011 adeguandolo naturalmente alla vigente legislazione ambientale, tecnica e di sicurezza. Rappresenterà la massima espressione del genio ingegneristico italiano».

Finalmente l'idea del presidente Berlusconi sarà edificata.

«Già 22 anni fa, con la legge obiettivo, il governo guidato dal presidente Berlusconi aveva inserito il Ponte tra le 19 grandi opere nazionali; ad oggi avremmo l'opera realizzata se la sinistra pseudo ambientalista non fosse intervenuta con la solita politica dei veti, dei no e della decrescita.

Il collegamento stabile con la Sicilia sarà un volano per l'economia della stessa, garantirà occupazione a migliaia di persone e permetterà alla stessa isola di diventare un hub logistico dei trasporti internazionali in arrivo dal Mediterraneo. È una bandiera storica di Forza Italia, un'altra promessa fatta agli Italiani che diverrà presto realtà».

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