Ora D'Alema sogna l'inciucio "Serve governo del presidente"

D'Alema guarda già a dopo il voto: "Servirà un governo del presidente". E invita il Pd al dialogo. Ma dal Nazareno solo porte in faccia: "Non è credibile"

Ora D'Alema sogna l'inciucio "Serve governo del presidente"

"Dopo il voto ci vorrà un governo del presidente e noi daremo il nostro contributo". A parlare è Massimo D'Alema che, dopo le elezioni, sogna "una convergenza di tanti partiti diversi attorno a obiettivi molto limitati". E al Partito democratico, con cui ha litigato fino a qualche giorno fa, manda un "pizzino" pacificatore: "Non facciamoci del male, creiamo le condizioni per un dialogo futuro". Ma dal quartier generale piddì arrivano solo porte in faccia. "Detto da lui non è molto credibile", lo liquida il ministro Maurizio Martina.

"Noi che siamo una forza radicata nei valori democratici della Costituzione della solidarietà, dell'uguaglianza, del lavoro, daremo il nostro contributo, ponendo discriminanti di carattere programmatico per noi irrinunciabili". In una intervista al Corriere della Sera, D'Alema coglie l'occasione per rinnovare le critiche al leader del Pd, Matteo Renzi. "Lui e Berlusconi dicono le stesse cose, ma Berlusconi è più credibile - spiega - la destra è oltre il 35%, il Pd al 23%". E continua: "Se si deve creare un bipolarismo, è più fondato che lo possa dire Berlusconi piuttosto che Renzi. Il leader di quello che è stato il maggior partito di centrosinistra dovrebbe preoccuparsi di una destra aggressiva come non mai - continua l'esponente di Liberi e Uguali - la Lega di Salvini non è la Lega di Bossi, che manteneva una venatura popolare". Per D'Alema, Renzi dovrebbe smetterla di attaccare il partito guidato da Pietro Grasso con la motivazione del voto utile: "Attaccare noi non porta voti a loro ma ai Cinque Stelle. L'uso strumentale del voto utile per schiacchiarci non funziona ed è controproducente".

Dai microfoni di RTL 102.5, Martina respinge al mittente l'invito di D'Alema. "Per quel che riguarda noi - ha tagliato corto il ministro - adesso il tema vero e serio è parlare con i cittadini, ragionare con loro, lavorare con loro, spiegare il lavoro faticoso di questi anni e provare a tracciare anche delle linee di futuro". Matteo Orfini, presidente del Pd, gli ricorda invece che in Regione Lombardia "lavora per far vincere la Lega" col mancato appoggio di Leu al candidato del centrosinistra Giorgio Gori.

Più possibilista sembra, invece, il Guardasigilli Andrea Orlando. Che, però, ci tiene a sottolineare: "Dipende da chi c'è. Se c'è Salvini, no. Se c'è Berlusconi, no. Almeno non diranno che è il Pd a proporre gli inciuci".

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