"Non c'è nessun golpe giudiziario". Il giorno dopo l'attacco ai magistrati di Palermo, che hanno deciso di indagarlo per aver impedito alla nave Diciotti di attraccare al porto di Catania e far sbarcare i migranti recuperati nel Mediterraneo (guarda il video), Matteo Salvini smorza i toni assicurando di aver rispetto per il lavoro di tutti", anche quello dei magistrati (guarda il video). "Ci sono delle inchieste, spero che facciano bene e in fretta - ha tagliato corto il ministro dell'Interno a margine del workshop Ambrosetti di Cernobbio - non mi tolgono il sonno, vado avanti a lavorare per fare quello che gli italiani mi chiedono di fare". Un compito, quest'ultimo, che intende portare avanti per i prossimi cinque anni "senza essere considerato un assassino, un delinquente o un sequestratore".
Il cambio di registro di Salvini, decisamente più soft e conciliante, arriva dopo i violenti interventi del vicepremier grillino Luigi Di Maio e del Guardasigilli Alfonso Bonafede che, in men che non si dica, sono corsi a schierarsi con la magistratura invitando il leader leghista a "rispettare l'autonomia" delle toghe. Per Matteo si preannuncia un autunno decisamente caldo: le indagini della magistratura sul caso Diciotti e il recente pronunciamento del Riesame di Genova non hanno fatto altro che esacerbare i già difficili rapporto tra il Carroccio e la magistratura che, dopo l'exploit alle elezioni del 4 marzo e il recente boom nei sondaggi, ha affilato le armi fino ad arrivare a sequestrare tutti i conti di via Bellerio, anche le donazioni arrivate dai militanti. Tanto che ieri sera, dopo aver aperto in diretta su Facebook la busta che conteneva l'avviso di garanzia della procura di Palermo che lo sta indagando per il sequestro degli immigrati che si trovavano sulla Diciotti, Salvini ha attaccato a testa bassa: "Un organo dello Stato (la magistratura, ndr) ne indaga un altro (il ministro dell'Interno, ndr). Con la differenza che io sono stato eletto da voi cittadini, miei complici. Altri non sono eletti da nessuno e non rispondono a nessuno".
Ieri sera, dopo l'ultimo assalto delle procure, Salvini ha potuto toccare con mano il giustizialismo dei grillini. Che, in difficoltà nei sondaggi, hanno subito impugnato il forcone giudiziario per ricordare allo (scomodo) alleato leghista che deve usare altri toni quando parla delle toghe. "Di certo - ha tagliato corto Di Maio su La7 - non si può dare sostegno alle accuse ai magistrati. Non è giusto che non si rispetti la magistratura". Lo stesso Bonafede, pur concedendo al leader leghista la liberta di "ritenere che un magistrato sbagli", gli ha vietato di "rievocare toghe di destra e di sinistra". Un putiferio giudiziario e governativo, insomma, che per una serata è sembrato mettere a serio rischio la tenuta della maggioranza. Nella notte, secondo un retroscena del Corriere della Sera, un incontro tra i due vicepremier ha però appianato le divergenze e ricompattato i due partiti.
E così oggi Salvini, che sembra determinato ad andare avanti a governare per tutta la leguislatura, ha assicurato di aspettare "con grande rispetto, celerità e curiosità" le sentenze che lo riguardano e si è detto anche "disposto ad andare a Palermo a piedi" per spiegare come sta lavorando per "bloccare l'immigrazione" (guarda il video). "Se sono un sequestratore ne trarrò le conseguenze - ha, quindi, concluso - ma penso di essere un esecutore di quello che mi chiede il popolo italiano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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