"Ora stop alla legge". E dalle carte escono le trame contro Sala

Il sindaco chiede di rinunciare alla norma. Ma il suo assessore Bardelli voleva silurarlo

"Ora stop alla legge". E dalle carte escono le trame contro Sala
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Il terremoto a Palazzo Marino, la sede del Comune in piazza Scala, scoppia intorno alle sette del mattino. All'alba di ieri è scattato il primo arresto legato alle inchieste sull'urbanistica milanese che da un anno e mezzo paralizzano il settore. Ai domiciliari finisce l'architetto Giovanni Oggioni, ex dirigente dell'Urbanistica e membro della Commissione Paesaggio. La Guardia di Finanza un'ora dopo acquisisce documenti anche in Comune, negli uffici del segretario generale Fabrizio Dell'Acqua e del Responsabile della prevenzione della corruzione, l'ex capo dei vigili Marco Ciacci, nei confronti di persone della Rigenerazione urbana indagate e non. Una bomba e una pietra tombale sul Salva Milano, visto che quasi in serata una nota del sindaco annuncia che «gli elementi di novità, e purtroppo di maggiore gravità, descritti negli atti di accusa ci inducono a non sostenere più la necessità di proseguire nell'iter di approvazione della proposta di legge».

Beppe Sala non disdice l'incontro con gli studenti dello storico liceo classico Parini in co-gestione. Arriva puntuale alle nove, dosa le parole. «Devo capire, leggo le agenzie. Non so i fatti imputati a Oggioni. Appena capirò qualcosa mi esprimerò». A domanda se sia preoccupato, anche per le ripercussioni sul Salva Milano risponde: «Io vivo preoccupato». All'uscita è più netto: «È chiaro che io difendo sempre l'amministrazione e la squadra, poi se uno ha sbagliato, che paghi e paghi anche duramente. Ci rimettiamo a quello che il sistema giudiziario sta facendo». Dalle carte della Procura emergono pressioni di Oggioni e altri indagati per far approvare il Salva Milano, per «ottenere una legge che garantisse il sistema». Per mesi Sala ha difeso in loop i funzionari, ovunque ha ripetuto che «non stiamo parlando di corruzione, si trovano indagati per aver seguito le regole e non ci dormo la notte». Ieri, dopo la cautela del mattino, con la nota dichiara la decisione di «costituirsi parte civile alla luce delle ipotesi di reato emerse dall'Ordinanza del Gip del 21 febbraio 2025, che il Comune ha ricevuto oggi e ha potuto leggere integralmente». Almeno per ora sembra rinviare una resa dei conti con l'assessore alla Casa Guido Bardelli, in giunta dallo scorso 2 luglio al posto del Pd Pierfrancesco Maran volato in Ue. Spuntano chat tra Bardelli e Oggioni, contestano e tramano contro la giunta. Il 12 settembre 2023, quando Bardelli era ancora senior partner dello studio legale Ammlex e presidente della Compagnia delle Opere, Oggioni gli riferiva di aver ricevuto un altro avviso di garanzia per il progetto «Bosconavigli» firmato da Stefano Boeri, contestava l'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, la dirigente Simona Collarini («va allontanata, comunista»), lamentava di non sentirsi protetto dal sindaco, dal dg Christian Malangone («non risponde ai messaggi neanche per cortesia»). Bardelli criticava le azioni della Procura («questi sono fuori») e in una chat agli atti scriveva «dobbiamo far cadere questa giunta». Ci è entrato sei mesi dopo. «Provvedimenti? Non lo so, vedremo, non penso proprio» risponde a caldo Sala. Aspetta di mettere in fila i punti, l'assessore potrebbe chiarire o peggiorare la sua situazione. Rispondendo alle domande dei liceali il sindaco ribadisce ancora: «A Milano l'edilizia è ferma perché le indagini della Procura hanno portato a una paralisi».

Perquisizioni ieri anche nella sede di Assimpredil Ance, l'associazione dei costruttori è indagata per illecito amministrativo, non personalmente la presidente Regina De Albertis, citata spesso nel toto sindaco del centrodestra: «Abbiamo sempre operato con correttezza» la replica.

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