Ordine d'arresto per Giancarlo Tulliani. Un'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata firmata dal gip Simonetta D'Alessandro nei confronti del cognato di Gianfranco Fini per il reato di riciclaggio nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti illeciti dei Tulliani con il re delle slot Francesco Corallo. Il genero dell'ex presidente della Camera, anche lui indagato per lo stesso reato, è risultato però irreperibile dal momento che vive da tempo a Dubai. Il provvedimento restrittivo, sollecitato dal pm Barbara Sargenti e dall'aggiunto Michele Prestipino, non è quindi stato eseguito.
La tranche dell'inchiesta della procura di Roma su una presunta associazione a delinquere transnazionale, che riciclava tra Europa e Antille i proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco on line e sulle video-lottery, ha portato i giudici capitolini a firmare l'ordine d'arresto di Tulliani. Francesco Corallo, Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Labocetta sono ritenuti i capi di una associazione a delinquere che non solo riciclava denaro sporco ma nemmeno pagava le imposte. Una volta depurati, i profitti illeciti di questa banda sarebbero stati impiegati dallo stesso Corallo in attività economiche e finanziarie e in acquisizioni immobiliari per poi essere destinato alla famiglia Tulliani. La misura cautelare di oggi arriva, infatti, dopo il sequestro preventivo di beni per oltre 5 milioni di euro eseguito lo scorso 14 febbraio dai militari della Guardia di Finanza dello Scico nei confronti dello stesso Tulliani, del padre Sergio e della sorella Elisabetta, cui sono contestati plurimi reati di riciclaggio, e che vedono come concorrente, in alcuni di essi, proprio Fini. Quest'ultimo avrebbe chiesto ai magistrati di "essere interrogato al più presto".
Per la procura di Roma Tulliani va arrestato perché, sfruttando i rapporti con Corallo e con la sua galassia societaria, ha ripetutamente riciclato denaro tra il 2008 e il 2015, un lungo periodo che ha visto coinvolti anche la sorella Elisabetta e Fini. Durante le perquisizioni del 13 dicembre la Finanza ha trovato il suo appartamento in uno stato di disordine tale da far pensare che fosse stato abbandonato in fretta e in furia. Nei giorni successivi ha cercato di trasferire 520mila euro da un conto acceso in Monte dei Paschi di Siena a un altro aperto in un banca di Dubai. Nell'ordinanza cautelare si dà conto anche di diverse conversazioni telefoniche intercettate con altri familiari da cui emerge la volontà di Tulliani di allontanarsi dall'Italia per evitare guai ulteriori e di restare negli Emirati Arabi dove può contare su una serie di relazioni importanti, personali e imprenditoriali.
Per i magistrati, quella di Tulliani è una strategia criminale pervicace e reiterata, agevolata dai contatti con il mondo istituzionale e della politica e dall'abilità dello stesso indagato a muoversi in un ambito internazionale.
La fuga nei giorni delle perquisizioni, la fallita movimentazione del denaro tra Dubai e Montecarlo (provento della vendita dell'immobile che An ebbe in eredità da una militante), la capacità di partecipare a fatti di riciclaggio con soggetti legati alla politica, e l'inserimento in una rete criminale collegata ad esponenti dell'area di Governo dell'epoca mettono in luce la personalità negativa di Tulliani e la necessità di una misura cautelare in carcere per scongiurare il pericolo di fuga e quello di reiterazione dei reati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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