Ore 13.10, scatta l'IT-Alert. Panico e polemiche a Roma

La Protezione civile avvisa degli orari di chiusura di San Pietro con un messaggio sui cellulari. Proteste

Ore 13.10, scatta l'IT-Alert. Panico e polemiche a Roma
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IT-alert sui cellulari di tutta Roma. Ed è subito panico fra migliaia di fedeli, turisti e romani che all'ora di pranzo di ieri, a San Pietro come nell'area urbana entro il Grande Raccordo Anulare, hanno sentito lo squillo ideato per annunciare emergenze e calamità imminenti. Niente paura. È solo il Dipartimento della Protezione Civile che avverte pellegrini e devoti a Papa Francesco, ma non solo, che l'orario massimo per rendere omaggio alla salma del Pontefice termina alle 17. Chi è già dentro la basilica può restare, ma non oltre le ore 18. Poi tutti fuori per permettere la chiusura del feretro e allestire il funerale.

Un «alert», però, tutt'altro che gradito dalla maggior parte della folla assiepata da ore, alcuni da giorni, in piazza San Pietro per l'estremo saluto al papa venuto «dalla fine del mondo». E come da copione non mancano i commenti sui social e sulla pagina facebook del sistema IT-alert. «Un abuso bello e buono - scrive Jacopo -, un sistema utilissimo per le emergenze e a queste deve rimanere limitato. Ma chi se ne frega degli orari di apertura di piazza San Pietro, ha suonato in tutta la città e la popolazione ha pensato a un attacco terroristico o altro disastro».

Sono le 13,10 quando i cellulari dei fedeli in coda squillano all'unisono. Un trillo particolare, assordante. Un suono, del resto, studiato proprio per farsi «sentire» e avvisare la popolazione di una certa area geografica in caso di incidenti nucleari, disastri in aziende e grandi impianti, collasso di una diga, attività vulcanica nell'area dei Campi Flegrei, del Vesuvio e dell'isola di Vulcano. Un sistema già sperimentato e attuato una sola volta, dopo un test effettuato in tutta Italia, il 9 dicembre scorso in occasione del disastro nello stabilimento Eni di Calenzano, Firenze, in cui morirono cinque persone. In fase di sperimentazione l'allerta per i rischi legati a un maremoto generato da un sisma, attività vulcanica dello Stromboli, precipitazioni intense.

Un messaggio chiaro, scritto in italiano, inglese, francese e spagnolo: «Saluto Papa Francesco. Orario chiusura accesso piazza San Pietro ore 17 del 25 aprile. Per percorsi e funerale www.protezione civile.it». «Bastava inviare un semplice sms - scrive Lorenzo su X - invece di scuotere i nervi a tutti. Hanno esagerato». «Cristo santo che paura - posta Mauro C. sulla pagina della Protezione Civile -. Per la prima volta (sic) IT alert e si salta tutti sulla sedia a Roma». Paura anche al parco Schuster, davanti alla basilica di San Paolo fuori le mura, durante la manifestazione per le celebrazioni del 25 aprile. «Abbiamo pensato a un attentato - racconta Marina su fb -, a un attacco di matrice fascista ai cittadini riuniti qui per celebrare la resistenza e gli 80 anni dalla Liberazione». Pochi secondi, il tempo di leggere la comunicazione e si tira un sospiro di sollievo.

Attimi di terrore anche e soprattutto in Vaticano. «Ci siamo spaventati - racconta una famiglia di origini italiane arrivata nella capitale per l'estremo saluto a papa Bergoglio -. I cellulari hanno squillato contemporaneamente e all'interno della basilica il suono era davvero assordante. Abbiamo pensato a una bomba, a un terremoto o qualcosa di simile. Per fortuna niente di tutto questo». Sommerso dalle polemiche, il capo della Protezione Civile Fabio Ciciliano, risponde serenamente.

«Era necessario e importante trasmettere questa importantissima notizia a chi era qui e a chi sta ancora arrivando perché è evidente che con la velocità con cui scorre la fila, non si potrebbe fare in tempo a permettere a tutti di dare l'ultimo saluto al pontefice all'interno della basilica».

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