Tra le numerose bugie pronunciate a Pechino da Xi Jinping e dal suo ospite e alleato di secondo grado Vladimir Putin due spiccano per sfacciataggine. La prima è la pretesa che l'alleanza tra Cina e Russia non solo non sia diretta contro nessuno, ma anzi sia garanzia di stabilità e pace nel mondo. La seconda è la certezza, espressa dal dittatore di Mosca, che Pechino (ed essa sola in tutto il mondo) abbia le carte perfettamente in regola per ottenere la pace in Ucraina mediando tra Mosca e Kiev. Questa seconda bugia merita più attenzione perché è particolarmente grottesca. Un mediatore, per definizione, dev'essere equidistante tra le parti e godere della fiducia di entrambi. Nessuna di queste condizioni si attaglia alla Cina, che non perde occasione per ricordare la sua relazione con la Russia è ferrea e che i due colossi autocratici mondiali mirano a instaurare insieme un nuovo ordine globale.
Basterebbe questo a far dire di no a Zelensky a un simile parzialissimo mediatore. Ma c'è molto di più. Xi va ripetendo che per la Cina tutti gli Stati del mondo hanno diritto alla propria integrità territoriale (lo fa per proprio esclusivo interesse: pretende che Taiwan sia parte della Cina comunista), ma questa nobile affermazione di principio non sembra valere per l'Ucraina. Pechino non ha mai condannato la sua invasione da parte della Russia.
La Cina sostiene sottotraccia lo sforzo militare di Putin inviandogli armi (navi container cariche di missili e munizioni nordcoreani oltre a generose forniture di componenti con tecnologia a doppia funzione, cioè utilizzabili a fini militari) e acquistando enormi quantità di materie prime russe. Già un anno fa Zelensky disse di no a un piano di pace cinese . Oggi non c'è alcun motivo per cui dovrebbe cambiare idea.
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