Pace fiscale, s'impone il M5s. E il condono diventa "mini"

Si potrà sanare fino a un massimo di 100mila euro ma soltanto se si è fatta la dichiarazione dei redditi

Pace fiscale, s'impone il M5s. E il condono diventa "mini"

Per la Lega di Matteo Salvini il braccio di ferro con i pentastellati sulla pace fiscale si è concluso con una sconfitta. L'intesa raggiunta nel prevertice di maggioranza prima del Consiglio dei ministri ha dato il via libera a una versione light della sanatoria. Innanzitutto, il tetto di reddito da far emergere è stato abbassato a 100mila euro. La Lega era partita da un milione scendendo poi a 500mila euro e cercando di chiudere a quota 200mila. In secondo luogo, non ci sono più le tre aliquote (6%, 15%, 25%) modulate in base al reddito del contribuente, ma un'aliquota unica del 20 per cento. Infine questo regime di tassazione si applicherà al maggiore imponibile Irpef dei 5 anni precedenti denunciato tramite una dichiarazione integrativa con un massimo dichiarabile pari a un terzo dell'imponibile dell'anno precedente. In buona sostanza, i 100mila euro valgono per intero solo per coloro che hanno già denunciato almeno 333.333,33 euro l'anno prima. Non è stato ancora chiarificato il regime che si applicherà ai contribuenti che superino questa soglia di reddito. Al contrario è pacifico che un contribuente con 50mila euro di reddito annuo lordo possa far emergere al massimo 15mila euro.

Il Movimento Cinque stelle ha vinto anche politicamente: la pace fiscale non può essere equiparata a un condono perché, come spiegato, si effettua tramite una dichiarazione integrativa e non attraverso una procedura di emersione. Inoltre, il regime sanzionatorio sarà inasprito. «Per gli evasori ci sarà la galera: ci sarà la pace fiscale per aiutare chi non ce la fa con le cartelle Equitalia, ma non ci sarà nessun salvacondotto per chi evade», ha scritto il vicepremier Luigi Di Maio su Facebook.

Il resto dell'intervento in materia fiscale è stato affrontato secondo le modalità già annunciate nelle scorse settimane. La nuova versione della rottamazione riguarderà sanzioni e interessi per tutti dilazionato il 20 rate trimestrali, cioè in 5 anni. L'accesso a questa nuova definizione agevolata, che copre il periodo 2000-2017, partirà come la pace fiscale il prossimo primo gennaio e il gettito è stato stimato in 11,1 miliardi di euro. Potranno accedere alla nuova rottamazione anche coloro che hanno aderito alla precedente rimodulando il proprio piano. Nell'ambito di questa sanatoria è stata inserita la cosiddetta «legge Bramini» (dall'imprenditore fallito per i ritardi nei pagamenti della pa e pignorato della casa) che impedisce, appunto, i pignoramenti nei confronti di coloro che accedono alla definizione agevolata. Si procederà inoltre alla rottamazione del contenzioso. Si potrà sanare pagando il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria al secondo grado (il 50% al primo grado) senza sanzioni o interessi. Da questa manovra dovrebbero entrare altri 500 milioni all'anno.

Il decreto fiscale è stato «accoppiato» in Consiglio dei ministri a un altro decreto per la sburocratizzazione («taglia scartoffie») di cui sono stati annunciati alcuni punti salienti. In primo luogo, l'eliminazione di 100 adempimenti inutili per le aziende.

Poi, come ha spiegato Di Maio, «le assicurazioni Rc Auto saranno eque finalmente, perché in alcuni posti si pagava davvero troppo», mentre nella sanità si cercheranno di scoraggiare i medici che facevano allungare l'attesa dei pazienti per fare delle visite nel loro studio privato».

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