Il Paese più machista ora apre all'aborto

Il Paese più machista ora apre all'aborto

È rivolta anti-aborto in Argentina. La pressione dell'opinione pubblica è così forte che il presidente Mauricio Macri, da sempre contrario all'interruzione di gravidanza, ha incaricato la sua squadra di consentire il dibattito al Congresso. Il dibattito riguarda la legalizzazione nelle prime 14 settimane, sulla scia di quello che accade in molti Paesi europei (che la prevedono entro le 12), ma non in quelli latini, unica eccezione l'Uruguay. La battaglia è appena iniziata, i deputati che la sostengono sono ancora lontani dall'essere una maggioranza, ma il gesto di Macri ha sorpreso tutti e apre la strada a un esito imprevedibile. «È un grande trionfo che obbedisce al fatto che per molti anni abbiamo lottato per avviare il dibattito - esclama Victoria Donda, deputata che porta avanti la richiesta di riforma - Abbiamo delle possibilità, i deputati sono molto sensibili all'opinione pubblica e oggi la maggioranza è a favore della legge. Ci sono 500mila aborti clandestini l'anno in Argentina, ragazze che vanno in prigione per l'aborto, questo non è più tollerabile».

La richiesta di riforma è l'ennesimo passo verso un cambiamento nella società argentina, che va avanti a una velocità inaspettata

per togliersi di dosso il fantasma di una società machista. A partire dal matrimonio gay, impensabile fino a qualche anno fa, ora legale nonostante la dura opposizione dell'allora cardinale Jorge Bergoglio, oggi Papa Francesco.

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