Palazzo Chigi punta su una donna al Tg1. In pole c'è la Maggioni

Parte il totonomine. Domani il cda della Rai. Ma i partiti sono divisi: può slittare tutto

Palazzo Chigi punta su una donna al Tg1. In pole c'è la Maggioni

Alla fine, dopo tanto volteggiare, si torna alla casella di partenza. Dovrebbe essere Monica Maggioni a essere issata sulla tolda di comando del Tg1, la poltrona più importante dell'informazione italica. Da dove si controlla e anche si condiziona l'umore del Paese. Se gli spifferi trovassero conferma, la giornalista, inviata di guerra, ex presidente della Tv di Stato, attuale conduttrice di «Sette storie» diventerebbe in assoluto la prima donna, in 70 anni, a dirigere la testata ammiraglia. Il condizionale è d'obbligo perché i giochi di potere intorno alle nomine dei tg Rai sono andati avanti fino a notte. E oggi potrebbero esserci stravolgimenti o sorprese. Solo questa mattina arriveranno infatti ai consiglieri di amministrazione i curricula dei candidati scelti dall'ad Carlo Fuortes, 24 ore prima del Cda che si terrà domani a Napoli. Ieri la Maggioni era data in pole position, ma circolava ancora il nome di Simona Sala, attuale direttrice dei giornali radio, stimata sia in ambienti Pd sia in quelli grillini (per lei si ipotizza anche la direzione del Tg3). Mentre erano in calo le possibilità che la scelta pendesse su nomi esterni alla tv di Stato come Giovanna Pancheri e Sarah Varetto, volti noti di Sky. Operazioni osteggiate anche dai sindacati interni che considerano uno schiaffo un'assunzione a fronte di migliaia di giornalisti dipendenti Rai e dei tagli economici decisi da Fuortes.

In ogni caso, si punta su una donna come vuole Palazzo Chigi, che ha preso in mano la questione nomine dopo che la lotta tra i vari partiti non portava a una soluzione. Se qualcuno si immaginava una Rai dell'era Draghi meno ostaggio della politica, si illudeva. Anzi è peggio: prima si doveva rispettare una spartizione di poltrone tra maggioranza e opposizione, ora bisogna assecondare gli appetiti di tutti i partiti al governo. Non per nulla l'ad Carlo Fuortes ha dovuto fare il giro delle sette chiese nonostante i proclami di «indipendenza». Così, tra mille richieste, si arriva al compromesso: la Maggioni non sarebbe il nome voluto dal Pd che rivendica la poltrona della testata ammiraglia, ma oltre ad avere una lunga storia in Rai, gode di simpatie politiche trasversali. La giornalista, tra l'altro, non è benvoluta da tutti in azienda e una parte si sarebbe opposta con forza alla sua scelta. Inoltre c'è il problema che lei vorrebbe mantenere la presenza in video a «Sette Storie» in onda al lunedì in seconda serata e non è opportuno che un direttore faccia anche il conduttore.

Di certo la questione non è chiusa, tanto che circola anche l'ipotesi che domani slitti tutto a una data successiva, essendo i partiti, soprattutto quelli minori, niente affatto convinti delle caselle che con la Maggioni al Tg1, andrebbero al loro posto. Comprese le scelte dei responsabili delle nuove direzioni di genere che saranno decise nei prossimi cda.

Dunque: al Tg2 dovrebbe restare Gennaro Sangiuliano e alla Tgr (notiziari regionali) Alessandro Casarin, accontentando così l'ambienta Lega. A Rai Parlamento verrebbe riconfermato Antonio Preziosi, vicino a Forza Italia. Il problema è l'attuale direttore del Tg1 Giuseppe Carboni, difeso strenuamente dai 5 Stelle, che perdono la poltrona più importante: per lui si ipotizza l'approdo a Rai News 24 al posto di Andrea Vianello o al Gr in caso Simona Sala andasse al Tg1 o al Tg3. In quest'ultima ipotesi - cosa alquanto difficile - andrebbe ad occupare la poltrona di Mario Orfeo che sarebbe dirottato verso una direzione di genere, l'approfondimento (sotto cui sarà riunito il coordinamento dei talk show). Ipotesi difficilmente percorribile prima di tutto perché Orfeo non vuole lasciare, ma anche perché Sala non gode della stima di parti importanti dell'azienda che non vedono di buon occhio la sua gestione della radio. Al Gr tra l'altro punta anche Giorgia Meloni che, dopo l'esclusione di Giampaolo Rossi dal Cda, vorrebbe trovare una rappresentanza per Fratelli d'Italia e spingerebbe sul nome di Nicola Rao, attuale vice direttore della TgR. Infine a Rai Sport Alessandra De Stefano dovrebbe succedere ad Auro Bulbarelli. Dopo le nomine dei Tg si aprirà la partita delle direzioni di genere: nell'importante settore dell'approfondimento, se non andasse Orfeo, potrebbe approdare Antonio Di Bella, che rientrerebbe - però di malavoglia - dagli Stati Uniti.

In calo le quotazioni di Stefano Coletta per il genere prime time, mentre per il day time si fanno i nomi di Angelo Mellone, Teresa De Santis, Roberto Sergio o Andrea Vianello, in uscita da Rai News. In corsa per una direzione anche la direttrice di Isoradio Angela Mariella.

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