Quando la signora Lina esce dall'ombra in cui è sempre voluta stare, dice con un filo di voce la cosa più forte di tutte: «Ho avuto la fortuna di vivere con un visionario. Con lui ogni giorno era una novità, qualcosa di grande. Io a questa grandezza ho imparato a credere, e ora voglio ringraziare tutta la famiglia che Ennio ha saputo creare: la nostra, con i nostri figli. Ma tutta Banca Mediolanum».
Massimo e Sara sono lì, uno di fianco l'altro, a raccontare appunto quella famiglia allargata che Ennio Doris ha costruito mettendo insieme i sogni, con la forza dell'ottimismo. Scorre il video della convention del 9 marzo 2009, Lehman Brothers era crollata sei mesi prima e la Borsa segnava -54% da allora: «Casualmente quel giorno fu il punto più basso», racconta Massimo. O forse no. Sullo schermo scorre l'immagine di un uomo in cravatta e felpa Mediolanum, che urla in lacrime a un Forum di Assago stracolmo di suoi dipendenti: «Io non ho paura! Seguitemi!»: Due mesi prima aveva spiegato agli uomini della City una cosa semplice scritta in una slide: «La crisi finirà». Perché, come diceva lui, «le vera risorsa di energia è la mente umana». E la crisi è poi finita.
Cose si vive con un uomo così? L'ha detto Lina, l'hanno detto Massimo e Sara, i figli, gli eredi di un valore che non potrà morire mai. Diceva Seneca che «il giorno che temiamo come l'ultimo della nostra vita è solo il compleanno della nostra eternità». «Noi siamo impregnati di Ennio» racconta Sara.
Famiglia. E ricordi. Massimo: «Lui c'era anche quando non c'era». Sara: «Non ho mai sentito la mamma dirgli: Non sei mai a casa. E quando c'era, era lì al 100%. Anche da bambini, ci ascoltava come se fossimo adulti, e dava sempre il consiglio giusta». Massimo: «A volte lo seguivamo, da più grandi a volte no. Il risultato era sempre lo stesso: aveva ragione lui...».
E poi l'umiltà. Sara: «Pensava che le persone intorno a lui fossero uno stimolo e le idee di altri una fonte di ispirazione da far conoscere. Quando nel 1906 un incendio devastò San Francisco, Amadeo Giannini si mise per strada con un banchetto con scritto Bank of Italy per prestare soldi ai commercianti senza sapere se li avrebbe avuti indietro. L'idea Lehman Brothers nacque così». Massimo: «Il lunedì dopo il crac eravamo in vista di una conferenza stampa in cui dovevamo presentare un nuovo fondo da lanciare. Dopo due ore di discussione, con la faccia atterrita, entra lui con un sorriso: Hey ragazzi, come va?. Noi stavamo pensando di cancellare l'evento, Ennio esplose: Siete matti? Devo annunciare una cosa» Finì che rimborsò gli 11mila clienti che avevano perso tutto.
Altruismo. Sara: «Un sentimento che in famiglia nasce già dai nostri nonni, papà ha messo in pratica il concetto di dare indietro qualcosa della fortuna che si riceve. D'altronde quando gli servì un'auto per lavorare, sua sorella Odilla spese tutti i soldi guadagnati per comprargliela. Con famiglie così non puoi che imparare».
Così ora, la sua eredità. Massimo: «È stato furbo: a casa non parlava mai i problemi ma solo delle cose belle del lavoro. Sennò col cavolo che sarei finito nella sua banca...». Giovedì 24, Basiglio - il comune di Banca Mediolanum - intitolerà la strada davanti alla sede «via Ennio Doris».
Sara: «Posso dire una cosa? Papà era una persona lucida e semplice, con grande intuito. E ora che siamo nel Cda tutti e due posso affermare che è una fortuna avere mio fratello al comando: è proprio come lui. Bravo Massimo!». Lina applaude. Ennio - da qualche parte - sorride.
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