Le voci circolavano già dal 23 maggio scorso, quando qualche vescovo un po' intraprendente aveva fatto filtrare una frase pronunciata dal Papa, a porte chiuse, durante l'incontro in aula Paolo VI con l'episcopato italiano, riunito a Roma per l'Assemblea Generale della CEI. Un confronto di oltre due ore tra Francesco e i vescovi, con «botte» e risposte, dove, come anticipato daI Giornale lo scorso 25 maggio, il Pontefice a un certo punto, parlando della sua salute aveva anche detto: «Piuttosto che operarmi, mi dimetto». Apriti cielo. I telefonini di alcuni prelati erano diventati subito bollenti con sms e messaggini Whatsapp dai toni perentori: «Stavolta ha detto che si dimette». Qualcuno non aveva nemmeno aspettato la fine del colloquio col Santo Padre: a bassa voce e con la mano davanti alla bocca aveva chiamato il suo interlocutore di fiducia per spifferare la sua pronta lettura dei fatti: «Il Papa se ne va». Una catena di Sant'Antonio infinita che ha portato, a distanza di diversi giorni, ai rumors che hanno già fatto il giro del mondo: il Papa potrebbe presto dimettersi.
Peccato che quella di Francesco, a dire da chi gli sta vicino, fosse soltanto una battuta, una frase pronunciata in un momento gioviale, in cui l'85enne pontefice argentino cercava di far capire ai confratelli italiani che di tornare in ospedale e sottoporsi nuovamente all'anestesia non vuol proprio saperne. Il problema al ginocchio destro, in effetti, va avanti ormai da diversi mesi e ha costretto il Papa a utilizzare un bastone o una sedia a rotelle per gli spostamenti. Nonostante i problemi di deambulazione, però, il Papa ha in programma già per luglio due viaggi molto impegnativi: uno nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan e uno in Canada. Ci sarebbe poi il progetto di un viaggio in Kazakistan per settembre e rimane sempre in sospeso il viaggio in Libano. Intanto a fine agosto, Francesco, ha messo in agenda tre impegni che hanno nuovamente scatenato gli speculatori internazionali, convinti che si tratti di segnali eloquenti di dimissioni non troppo lontane: per il 27 agosto il Papa ha convocato un nuovo concistoro per la creazione di 21 nuovi cardinali: una data insolita, considerato che le scorse porpore erano arrivate sempre nel mese di febbraio (per la festa della Cattedra di Pietro), di giugno (per la festa dei Santi Pietro e Paolo) o di novembre (per la festa di Cristo Re). Segno secondo alcuni che il Papa abbia fretta e non voglia attendere l'autunno. Il 28 agosto visiterà invece L'Aquila per la festa della Perdonanza: sarà lì per aprire la porta santa della Basilica di Collemaggio dove è sepolto Celestino V, il Papa che rinunciò al pontificato. E infine, per il 29 e 30 agosto, ha convocato tutti i cardinali a Roma, ufficialmente per discutere della nuova riforma della Curia Romana. «Prove tecniche di pre-conclave», secondo alcuni analisti.
La realtà però è ben diversa: Francesco non pensa alle dimissioni, ha diversi progetti, ma, come lui stesso ha detto, c'è una porta che è stata aperta da Benedetto XVI e se i problemi di salute dovessero rappresentare un serio impedimento alla guida della Chiesa, allora potrebbe presentarsi l'ipotesi di una rinuncia. Non è soltanto una questione anagrafica: Francesco ha più volte ripetuto che la vecchiaia è una stagione molto importante dell'esistenza umana. Ieri mattina all'udienza generale ha spiegato che è un momento che va vissuto senza «l'ossessione disperata di una carne incorruttibile» contro il «mito dell'eterna giovinezza». No alla chirurgia estetica, insomma.
E ha citato a tal proposito la «saggezza» di Anna Magnani, l'attrice che chiedeva ai truccatori di non nasconderle le rughe perché aveva impiegato tanti anni per averle. Un po' come il vino buono, ricorda Francesco, più invecchia e più diventa pregiato.
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