"Nei popoli baltici il messaggio sull'apertura è abbastanza avanti. Non ci sono fuochi forti populisti". Sul volo BT7103, che da Tallinn lo riporta a Roma, papa Francesco incontra i giornalisti per fgare il punto su alcuni temi a lui cari. Si parla del nuovo accordo con la Cina, ma anche della pena di morte e della guerra. Poi, ancora una volta, si finisce per toccare il tema dell'accoglienza. Ma, in questa occasione, Bergoglio invita a farlo "nella misura che non sia una minaccia contro la propria identità".
Durante il volo di ritorno da Tallinn, come riferisce il sito specializzato Vaticaninsider, papa Francesco riferisce che nei discorsi fatti con i presidenti dei paesi baltici, che ha incontrato nei giorni scorsi, le parole "accoglienza" e "apertura" sono state ripetute frequentemente. Questo indica, a suo avviso, "una voglia di universalità nella misura in cui si possa, con lo spazio, il lavoro, l'integrazione, nella misura che non sia una minaccia contro la propria identità". Una condizione che sembra toccare molto il Santo Padre. Che in aereo ci tiene a precisare: "Apertura prudente e ben pensata".
Durante la conferenza stampa sull'aereo che lo riportava a Roma da Tallinn, papa Francesco ha poi rilevato che non ci sono "forti fuochi populisti in Lituania, anche in Estonia e Lettonia". "Sono popoli aperti che hanno voglia di integrare i migranti ma non massicciamente perché non si può, integrarli con la prudenza del governo - riferisce il Pontefice - abbiamo parlato coi due dei tre capi di Stato su questo e Credo che il messaggio è stato ricevuto".
Secondo Bergoglio, l'emergenza immigrazione è, in tutto il mondo, "un problema grave e non è facile di studiarlo e in ogni Paese" dal momento che "in ogni luogo ha diverse connotazioni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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