
«Adesso comincia una nuova tappa e lui è un uomo di sorprese. Avrà imparato tante cose in questo mese». Lo dice parlando del Papa il cardinale prefetto della Fede Victor Manuel Fernandez. «Dalla galera verrà fuori e dopo questo tempo difficile sarà fecondo per la Chiesa e per il mondo». Alla domanda se tra le sorprese potrebbero esserci le dimissioni Fernandez ha risposto: «Non credo veramente».
«Il Papa sta molto bene ma l'ossigeno ad alti flussi secca tutto. Deve imparare di nuovo a parlare ma lo stato dell'organismo è come prima» ha ha detto il cardinale a margine della presentazione del libro del Papa «Viva la poesia», a cura di padre Antonio Spadaro. Alla domanda se sarà in Vaticano per Pasqua, Fernandez ha risposto: «Potrebbe tornare ma i medici vogliono essere al cento per cento sicuri perché lui pensa che nel poco tempo che rimane vuole spendersi tutto per gli altri e non per se stesso». Il cardinale ha ricordato che «il Papa non voleva andare in ospedale, l'hanno convinto amici molto vicini, non so che parolacce hanno usato...» scherza il cardinale argentino. «Ma lui è un gesuita di altri tempi, un uomo forte, che ha la capacità sempre di trovare un senso anche in questi tempi bui».
La condizione medica del Papa, al suo 36/o giorno di ricovero al Policlinico Gemelli per la polmonite bilaterale, «resta stabile, con alcuni piccoli miglioramenti per quanto riguarda l'attività, la motricità, gli scambi gassosi, quindi la respirazione». È quanto ha riferito la Sala stampa vaticana, in assenza comunque di un nuovo bollettino medico dopo quello emesso mercoledì. Il Pontefice ha trascorso questi giorni «tra le terapie farmacologiche, la fisioterapia sia respiratoria che motoria, in parte l'attività lavorativa, e la preghiera».
La ventilazione meccanica non invasiva resta sempre sospesa durante la notte, mentre anche l'ossigeno ad alti flussi con le cannule nasali durante il giorno viene somministrato in maniera gradualmente ridotta. Per quanto riguarda l'Angelus di domenica prossima, al momento la previsione è che sia ancora in forma scritta, come avvenuto nelle ultime cinque domeniche.
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