Fuori dalla Chiesa con la massima pena: la scomunica. È la sorte toccata ad una piccola comunità di seguaci di un'autoproclamata «Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme», organizzazione nata a Gallinaro, in Ciociaria, dopo le presunte apparizioni a Giuseppina Norcia, la veggente che diceva di parlare con Gesù Bambino, la Madonna e San Michele Arcangelo, e morta nel luglio del 2008. La donna aveva fatto costruire una chiesetta nel luogo dell'apparizione, una «Culla» per il Bambinello, diventata da oltre un trentennio luogo di preghiera e di ritrovo per tanti fedeli che più volte hanno anche gridato al miracolo. Da qualche anno, diversi dopo la scomparsa della donna, il genero Samuele si sarebbe però autoproclamato l'erede di Giuseppina, organizzando incontri di preghiera con prediche che, come raccontano alcuni partecipanti, invitavano ad un allontanamento dalla Chiesa, con attacchi a Papa Francesco e con la nascita di una nuova «Chiesa della Nuova Gerusalemme».
Così su Samuele e i suoi seguaci si è abbattuta la scure del Vaticano che già da diversi anni stava indagando sul «veggente» che, dopo la morte della suocera, aveva iniziato a fare proselitismo in tutta Italia. La Congregazione della Dottrina della Fede, guidata dal cardinale Gerhard Ludwig Müller, ha studiato il voluminoso dossier sulla comunità, contenente anche decine di testimonianze di fuoriusciti. E così ieri in tutte le chiese della diocesi di Sora, Cassino, Aquino e Pontecorvo, nel corso della messa domenicale è stata resa pubblica la decisione dell'ex Sant'Uffizio che spiega: «La posizione dottrinale di tale gruppo, chiaramente contraria alla fede cattolica e la sua costituzione in una nuova organizzazione, palesemente scismatica, impone da parte di chi ha la responsabilità di guidare il popolo di Dio una chiara presa di posizione al fine di salvaguardare il bene superiore della Chiesa e dei suoi fedeli. Coloro che aderiscono alla suddetta associazione incorrono nella scomunica latae sententiae per il delitto di scisma». Nonostante ciò, la Chiesa ha lasciato aperta la possibilità ai seguaci di questo gruppo scismatico di redimersi, permettendo ai sacerdoti di tutta la diocesi di rimettere la scomunica accertando che «vi siano vero pentimento e la volontà di abbandonare definitivamente il suddetto gruppo, imponendo un'adeguata penitenza».
La decisione della Congregazione della Dottrina della Fede è arrivata dopo lunghe sessioni di studio dei documenti ma soprattutto grazie alla spinta propulsiva di Papa Francesco che non ha ancora preso una decisione definitiva sul caso di Medjugorje, ma che in più occasioni ha messo in guardia i fedeli dai veggenti.
«Lo spirito di curiosità genera confusione e ci allontana dallo spirito della sapienza che, invece, ci dà pace», ha detto il Pontefice, «ci sono poi alcuni veggenti che considerano la Madonna come «un capoufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni. Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna ci manderà alle 4 del pomeriggio?».
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