Paragon, il report di Casarini finanziato da Soros

L'attivista annuncia "notizie molto serie" dal documento di Citizen Lab. Ma ecco chi c'è dietro

Paragon, il report di Casarini finanziato da Soros
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Se chi certifica e denuncia che sei stato spiato da un governo cattivo lo fa per una chiara agenda politica, sponsorizzato dalla solita Open society di George Soros, con finalità e metodi da Ong senza scrupoli, piuttosto che blasonato laboratorio accademico, qualcosa non quadra. Soprattutto se nessuno si pone domande sull'attendibilità e serietà dei suoi rapporti, che spesso inciampano su metodi scabrosi, quasi da spionaggio civile, secondo alcuni esperti, simile ai sistemi che vogliono crocifiggere.

«Notizie molto serie» è il tam tam degli ultimi giorni di Mediterranea, l'Ong del mare, sul rapporto di Citizen Lab, che dovrebbe scoprire chissà cosa sui telefonini spiati con Paragon di attivisti come Luca Casarini e pure del direttore di Fanpage. Citizen Lab è ufficialmente «un laboratorio interdisciplinare» presso «l'università di Toronto». La bandiera che sventolano è quella della «difesa dei diritti umani e digitali» per produrre rapporti che scatenano aspre polemiche politiche e crisi internazionali. Da oltre un decennio Citizen Lab ha conquistato una visibilità mondiale smascherando presunte operazioni di sorveglianza, censura e intelligence internazionale. Il problema è che nessuno controlla i controllori e la loro attendibilità lasciando aperta la porta ad errori e storture ideologiche già venute alla luce. «Citizen Lab è nei radar della cyber intelligence da tempo - spiega una fonte del Giornale di grande esperienza in questo mondo - Molto invisi all'industria vengono considerati una pericolosa mina vagante, che utilizza come scudo i diritti umani per perseguire un'agenda politica». I metodi del laboratorio «accademico» sono stati messi in dubbio per il CatalanGate, quando Citizen Lab ha denunciato presunti abusi del governo spagnolo nei confronti di politici catalani. Accademici e analisti indipendenti hanno bocciato l'indagine. Secondo José Javier Olivas Osuna il rapporto era «scientificamente inaffidabile». Per non parlare di conflitti d'interesse imbarazzanti: uno dei ricercatori era a sua volta «vittima» dello spyware che stava analizzando. Il collettivo accademico Foro de Profesores ha bollato l'inchiesta come «una messa in scena politica» e criticato Citizen Lab per avere ignorato che molti degli «spiati» erano sottoposti ad un legale procedimento giudiziario. Sarà un caso, ma proprio a Barcellona, «capitale» della Catalogna, c'è il quartier generale di Open society, la costola filantropica di George Soros, con una chiara agenda politica, che finanzia Citizen Lab. Per principio, il laboratorio «accademico», ha sempre rifiutato fondi governativi. In compenso riceve cospicui finanziamenti non solo da Open Society, ma dalle fondazioni Ford, MacArthur e Oak, che utilizzano la filantropia per raggiungere obiettivi ideologici. Ronald Deibert, docente canadese di scienze politiche, ideatore e direttore di Citizen Lab, è pure co fondatore della OpenNet Initiative, in pratica la costola cyber dell'organizzazione di Soros.

Il laboratorio canadese assomiglia ad una Ong di attivisti, e come nel caso di Mediterranea che si sostituisce agli Stati nei soccorsi in mare, fa lo stesso nel mondo cyber e dello spionaggio in nome di un «bene superiore». Le pratiche investigative di Citizen Lab sono finite nel mirino a cominciare dal 2009 con un'inchiesta del Toronto Star, che rivelò l'installazione illegale di mini-dispositivi in vari Paesi per monitorare la censura su internet. Nel 2022, Etienne Maynier, il migliore tecnico di Citizen Lab, ha sbattuto la porta a causa del CatalanGate.

In attesa del rapporto su Paragon in Italia, la fonte del Giornale, fa notare: «Indicare chi ha sferrato l'attacco è praticamente impossibile, se non si ottengono informazioni privilegiate dalla stessa società israeliana dello spyware o da entità governative».

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