La parentopoli dei sindacalisti All'Atac assunti 350 famigliari

Nessuno ha vinto un concorso: «Chiamata diretta»

Tiziana Paolocci

Una nuova inchiesta, partita in silenzio, rischia di far molto rumore e scuotere l'Atac dalle fondamenta. Il direttore generale Marco Rettighieri, nominato quattro mesi fa, ha scoperto che 350 dipendenti della municipalizzata sono imparentati a vario titolo con sindacalisti.

Nessuno di loro ha passato un concorso pubblico, ma sono entrati tutti con chiamata diretta nel corso degli ultimi dieci anni e non per essere messi al volante di metropolitane e bus, ma per coprire ruoli da impiegati come rivela Il Messaggero. Una circostanza singolare, che il manager intende portare sotto la lente d'ingrandimento della Procura di Roma.

Ma erano proprio necessarie queste assunzioni? Le cifre parlano da sole e danno una risposta chiara. Oggi l'esercito dei dipendenti dell'azienda del trasporto pubblico romano conta un esercito di 11.600 addetti. Troppi, considerando che ha oltre un miliardo di debito e nel 2015 ha chiuso con un bilancio in rosso di 60 milioni. Non promette bene nemmeno l'avvenire, se si pensa che per il 2016 si stima una perdita di 30 milioni.

Il parco auto, poi, sarebbe tutto da rinnovare, considerando che la maggior parte dei bus ha un'anzianità di oltre dieci anni e alcuni tram anche di 32 anni. Invece di investire in mezzi, lievitano le poltrone sulle quali si siedono fratelli, zii e cugini di persone militanti nelle sigle sindacali.

Del resto la municipalizzata capitolina non è nuova a queste «Parentopoli», come lasciò intendere anche l'ex direttore generale Francesco Micheli che, nel decidere di rassegnare le dimissioni nell'ottobre 2015, parlò di un'azienda dove conta molto la potenza delle cordate e dove «l'intreccio tra politica e sindacati ha prodotto danni irreparabili». Rettighieri, salito al vertice dell'Atac, si è accorto a sua volta quasi immediatamente che le sigle sindacali contano molto qui, troppo, e venti giorni fa davanti alla Commissione Trasporti del Senato ha fatto sapere di aver denunciato a piazzale Clodio situazioni poco chiare, a partire dalle mense aziendali gestite da società riconducibili a sindacalisti, un esagerato monte ore di permessi sindacali e una gestione discutibile del dopolavoro.

Poi l'attenzione del nuovo manager si è spostata sull'altro versante, quello delle assunzioni. Solo i suoi collaboratori più fidati sanno cosa contengono le pagine dell'inchiesta interna. Ma il dossier è pronto per essere affidato alla Procura, che da tempo sa che il nuovo manager fa sul serio, più di tanti suoi predecessori. Subito dopo aver accettato l'incarico, infatti, ha consegnato al procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone tre esposti.

Questa prima fase degli accertamenti legati alla Parentopoli ha preso in esame, invece, contratti siglati dal 2006 in poi e si è scoperto appunto che

oltre 350 dipendenti hanno questo legame di parentela stretto con i sindacalisti.

In pratica chi è stato assunto dal 2010 non ha dovuto passare la selezione pubblica. E questo lascia molto, troppo spazio di manovra, a pochi.

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