Parigi, la sindaca "frena" ancora le auto. In tangenziale a 50 all'ora. Ma è bufera

La Hidalgo abbassa il limite sull'anello cittadino dai 70 attuali. Automobilisti sulle barricate, a governo e polizia l'ultima parola

Parigi, la sindaca "frena" ancora le auto. In tangenziale a 50 all'ora. Ma è bufera
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Sarà pur vero che Parigi val bene una messa, ma se per arrivare a Notre-Dame (appena riaprirà) o al Sacro Cuore, oltre a viaggiare a 30 chilometri all'ora in città adesso si sarà costretti a limitarsi ai 50 all'ora sulla tangenziale della capitale francese... Beh, anche la fede più profonda rischia di vacillare, almeno un po'. Non per niente la sindaca della Ville Lumière Anne Hidalgo è nel mirino della critica. Non bastava aver obbligato parigini e turisti a viaggiare a 30 all'ora in centro. Dal primo ottobre, il limite sul raccordo parigino, frequentatissimo tutti i giorni, passerà dagli attuali 70km/h ai 50. Se già quando passò da 80 a 70 ci furono proteste, adesso i parigini sono tutte le furie.

«Sarà una catastrofe», la frase più utilizzata a Parigi. Perché il «perif», come chiamano la tangenziale da quelle parti, è un'arteria vitale per il traffico dell'Ile-de-France, gestito dal municipio di Parigi. Un anello di 35 km, utilizzatissimo in particolare dai residenti nelle periferie, le banlieue, che si muovono verso il centro, ma anche dai parigini che escono dalla città oltre ovviamente che dai turisti. Solitamente è molto trafficato, spesso gli ingorghi impediscono l circolazione regolare al punto che la velocità media, su una strada quasi totalmente a tre corsie per senso di marcia, non supera i 36 km/h tra le 7 e le 21, mentre di sera e di notte si può viaggiare un po' più liberi. Almeno fino al prossimo ottobre, quando scatteranno i nuovi limiti. «A 70 km/h è già noioso. A 50 km/h sarà un disastro, una carneficina», lamentano gli automobilisti.

Ma la sindaca socialista Hidalgo non ci sente, anzi, rivendica in toto la scelta. «Per i 50 km/h la decisione è mia. Ci lavoriamo da 18 anni, quindi non è un argomento nuovo», ha detto la prima cittadina che prosegue nella sua crociata che mischia voglia di green, più o meno comprensibile, a misure rigidissime da un tanto al chilo. In nome della sicurezza stradale e della riduzione delle emissioni inquinanti e acustiche, dal settembre 2021 la velocità massima consentita sulle strade parigine è stata fissata a trenta chilometri orari. La capitale aveva già il 60 per cento delle strade limitate a 30 chilometri orari con la velocità del traffico, a causa delle tante macchine in strada, che aveva una media 16 chilometri orari. Dopo il nuovo provvedimento non è cambiato praticamente nulla: le rilevazioni mostrano che la velocità media nelle strade parigine è calata di un solo chilometro orario, palesando la natura più ideologica che pratica del provvedimento. Non solo. Da poco è realtà la stangata contro i Suv, considerati il male assoluto dalla giunta parigina. Per scoraggiare il loro uso nella capitale i proprietari di veicoli di peso superiore a 1,6 tonnellate, anche se ibridi, devono sborsare una tariffa di parcheggio tripla rispetto agli altri. Nei quartieri centrali si paga la bellezza di 18 euro all'ora, nelle altre zone «soltanto» 12.

Ma la scelta di passare a 50 all'ora sull'anello parigino non avrà vita facile. Saranno 20 giorni di battaglia perché oltre alle proteste di automobilisti e detrattori vari, c'è anche un altra questione.

Se la tangenziale infatti è gestita dal comune di Parigi, il ministero dei trasporti sostiene che solo il governo può ufficialmente modificare il limite di velocità tramite un decreto, perché la giurisdizione della città non si estende alle norme stradali nazionali e anche il capo della polizia parigina, di nomina governativa, avrà voce in capitolo. Insomma, non è finita qui. Anche perché quando i francesi si arrabbiano, hanno dimostrato di poter far paura a chiunque. Per informazioni, citofonare Macron.

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