Stefano Parisi annuncia la nascita di un nuovo movimento politico, Energie per l’Italia. "È un momento importante", ha detto il manager ex candidato sindaco del centrodestra a Milano, durante una conferenza stampa nel capoluogo lombardo. Parisi spiega che la sua idea nasce "non contro" gli attuali partiti del centrodestra "ma portando un’offerta di rinnovamento, di idee e di modo con cui si parla con le persone".
"C'è un grande popolo liberale e popolare - prosegue Parisi - che ha perso la fiducia nell'offerta politica del centrodestra e serve un rinnovamento. Non siamo contro ma per un profondo rinnovamento di idee, delle persone". E ancora: "Non è più il tempo della politica con i comizi nelle sale vuote. Noi dobbiamo ricostruire sulla base dei nostri valori".
"Oggi così com'è non c'è alternativa a Renzi e a Grillo. Abbiamo bisogno di persone nuove e oneste, che si impegnano in politica non per interessi personali. L'opinione pubblica non ne può più di una classe politica corrotta. E' responsabilità della politica candidare persone oneste, non deve scaricare il barile. Questa è una delle principali guide del nostro movimento".
"Non è vero che siamo stati finanziati da Silvio Berlusconi - precisa il manager -. Berlusconi mi ha aiutato in campagna elettorale, ma da luglio quello che facciamo è autofinanziato. La politica gratis - ha aggiunto - come vorrebbe fare Grillo non è democrazia. L'unico modello politico che costa zero è la dittatura".
"L’offerta di rinnovamento che vogliamo proporre deve coinvolgere tutti anche quelli all’interno di Forza Italia sentono la necessità: non è l’ennesimo partitino, il nostro progetto è più ambizioso, ne parlato anche ai vertici di Forza Italia.
Se qualcuno in Forza Italia resiste perchè pensa che non sia giusto e preferisce lo status quo, vedremo", ha proseguito l’ex candidato del centrodestra a sindaco di Milano, secondo cui "è pieno di liste civiche che non hanno messo il simbolo di FI per poter vincere le elezioni. Noi siamo all’interno del centrodestra - ha assicurato -. Sicuramente non siamo un partito non è la sommatoria delle diaspore. Non ci rivolgiamo al palazzo, ma al popolo, non a otto parlamentari".
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