Le parole della sinistra rimasta agli anni di piombo

Il ritorno di un linguaggio violento che riporta agli Anni di Piombo

Le parole della sinistra rimasta agli anni di piombo
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Se ha fatto (giustamente) inorridire il professore Massimo Zucchetti, docente di tecnologie nucleari all'università di Torino, che sui social ha invitato ad abbattere i ratti che «negli ultimi anni sono usciti dalle fogne» (riferendosi ai politici di Fratelli d'Italia e non ai roditori della famiglia dei muridi), figuriamoci quanto schifo deve aver fatto leggere su Instagram le storie di Corrado Formigli e Roberto Saviano in cui promuovevano l'evento di FanPage contro Gioventù Nazionale. In sottofondo la canzone dei 99 Posse «Rigurgito antifascista» che al ritornello canta così: «Se vedo un punto nero ci sparo a vista» (riferendosi ai militanti di destra e non al concetto geometrico o al bersaglio del poligono).

Dagli Anni di Piombo a oggi la musica non è cambiata di molto. Allora, nelle piazze, i bravi ragazzi della sinistra che sbaglia scandivano «Uccidere un fascista non è reato». Oggi nei cortei gli antagonisti cantano: «I covi dei fascisti si chiudono con il fuoco ma con i fascisti dentro sennò è troppo poco». E i ragazzini delle scuole superiori non si fanno problemi a esporre slogan come «Tutti i fasci con una chiave inglese tra i capelli» o Giorgia Meloni a testa in giù. È il continuo richiamo di Piazzale Loreto. Il Duce appeso a penzoloni. La giustizia sommaria alla fine del Ventennio oggi agognata per i leader di centrodestra. Ieri per Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, oggi per la premier.

Persino in Parlamento ci sono certi che, a pensare a Piazzale Loreto, sentono un fremito. «Prima o poi la pagherete voi, i vostri figli e i vostri nipoti», ha minacciato nei giorni scorsi la grillina Susanna Cherchi lasciando esterrefatta tutta la Camera. E, se nelle università abbiamo docenti come Donatella Di Cesare che rimpiange la rivoluzione brigatista, nelle redazioni abbiamo opinionisti come Valeria Fonte che annunciano la lotta armata.

E poco importa che quest'ultima affondi la propria «penna» per PiazzaPulita, trasmissione che nel 2021 rilanciò (sotto elezioni) la bufala di FanPage su una fantomatica «lobby nera» dentro Fratelli d'Italia e Lega e che oggi (sempre sotto elezioni) rilancia l'inchiesta sempre di FanPage contro

Gioventù Nazionale. Il tutto per solleticare i pruriti di gente come Formigli e Saviano che sui social e nelle strade cantano «Se vedo un punto nero ci sparo a vista». Che tanto ricorda «Uccidere un fascista non è reato».

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