Altro che influencer, ci vuole Pupo. La sua partecipazione al festival russo «Road to Yalta» ieri ha acceso i social e il web manco fosse l'armocromia di Elly Schlein. Riassunto: il cantante è nel cartellone come «special guest» (pare anche giurato) di quello che è definito il «Sanremo russo» in scena in questi giorni al Palazzo di Stato del Cremlino a Mosca. Per la cronaca, il cast unisce gli artisti «stanchi della perfidia degli Stati Uniti» e Denis Maidanov, vicepresidente del comitato cultura della Duma al quotidiano Rossijskaja Gazeta ha detto: «I concorrenti condividono i nostri valori. Dobbiamo nutrire di ideologia la guerra patriottica».
Insomma, il connotato bellico nazionalista è molto evidente se non altro perché, come recita il sito ufficiale di «Road to Yalta», le «canzoni sovietiche (sovietiche, non russe, ndr) sulla guerra verranno eseguite in diverse lingue del mondo in duetto con le star del palcoscenico russo». E sull'account account Instagram del festival Pupo è definito «leggendario italiano, il cantante che ha conquistato i cuori russi molto tempo fa è stato membro della giuria nel 2021 ed è stato addirittura protagonista sul nostro palco con una canzone». Come si può vedere nel relativo video, il cantante con l'italiano Thomas Grazioso, il russo Ernest Matskiavichius e le musiciste della Otta Orchestra canta Bella ciao sul palco di una manifestazione che è andata sempre in scena a Yalta in Crimea e che stavolta, per ovvi motivi, è stata trasferita nella capitale russa.
Questo insomma il quadro. Perciò sui social apriti cielo. «Ma non si vergogna?», scrive Rapunzel su Twitter. «Che schifezza», dice Aurelio Mancuso. «Ma non possono tenerselo in Russia?», scherza Niccolò Carretta. E via così con il solito florilegio di ironie, insulti, battute tendenzialmente contro questo cantante che riesce a essere divisivo come pochi.
Ieri sera Pupo aveva un concerto al Palazzo dei Congressi di Lugano e il suo volo per Mosca è previsto per stasera. Vedremo. Lui non commenta però fonti vicine dicono che «con tutto l'assurdo polverone che si sta alzando, tutto potrebbe cambiare in un attimo».
Di sicuro, lui in Russia è ospite abituale da decenni e ci è andato parecchie volte anche dopo l'invasione dell'Ucraina. Sul palco del «Road to Yalta» è previsto che non interagisca con i concorrenti in gara e non interpreti quindi alcuna canzone in coro con altri. Dovrebbe cantare un solo brano che in russo si intitola «Ies tolka mich» e ha un testo pacifista con versi come «c'è solo un attimo e tienilo stretto, solo un attimo tra il passato e il futuro, proprio questo attimo si chiama vita». Di certo non è l'apologia della guerra né, tantomeno, una dimostrazione di «stanchezza per la perfidia americana». Però è pure innegabile che, specialmente in questo momento, un'esibizione del genere sia quantomeno controversa.
Dal suo entourage fanno sapere che Pupo ha scelto di cantare in Russia e in tutti gli stati ex sovietici a prescindere dalla situazione politica. Lo ha fatto in Ucraina ma pure in Georgia, che non ha certo buoni rapporti con la Russia.
E, senza dubbio, la fama e la popolarità dei cantanti italiani in Russia non è stata appannata dalla crisi internazionale, come dimostrano ad esempio i film di Celentano trasmessi dalla tv di stato o i video dei
suoi concerti russi di tanti anni fa che sono visibili su Rutube, l'equivalente di YouTube. In ogni caso, il bailamme è scoppiato e quel «tutto può cambiare in un attimo» lascia intendere che potrebbero esserci altre novità.
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