Qualche giorno fa Roberto Vannacci (nella foto) si è fatto vivo con il «Sindacato italiano autonomo militare organizzato» (Siamo). «Apprezzo il vostro lavoro, mi voglio iscrivere». Una scelta non casuale per il generale sotto procedimento disciplinare e nel mirino del ministro della Difesa. Il sindacato guidato da Daniele Lepore, ufficiale di stanza a Verona, è in effetti il più critico verso Crosetto. A dicembre ha avviato un ricorso al Tar «per presunte pratiche antisindacali portate avanti dal Ministero della Difesa», a novembre ha definito «imbarazzante e non dignitoso il trattamento ricevuto» da Crosetto, dopo un incontro «per pochi minuti su un contratto scaduto da mesi» con il ministro. Ora il sindacato è pronto a difendere il nuovo iscritto Vannacci. Il timore è che il generale subisca un «processo» imparziale visto il coinvolgimento diretto del ministro. «Il suo post del 17 agosto 2023 nel quale definiva il generale Vannacci un farneticante le cui opinioni screditano l'esercito, le Difesa e la costituzione ha le sembianze, infatti, di una condanna senza appello già emessa da chi ora si appresterebbe a giudicarlo in esito ad un procedimento disciplinare viziato all'origine» scrive il sindacato. Al ministero della Difesa non si può pronunciare il nome di Vannacci, sono pronti i dossier. Lo dimostrano i sussurri raccolti dal Foglio e provenienti proprio da quegli ambienti, circa il tasso di presenza al lavoro del generale: «Vannacci il 4 dicembre è stato assegnato al Confoter come capo di stato maggiore. Lui definì l'incarico molto prestigioso e ringraziò. Il 4 stesso chiede licenza per motivi familiari fino al 26 dicembre. Rientra in ufficio il 27, fa le vacanze di fine anno e il 4 gennaio richiede una nuova licenza per motivi famigliari. Il 16, ieri, torna al lavoro e finalmente assume l'incarico prestigioso'. Su 42 giorni ne ha lavorati 6. O meglio è stato formalmente in ufficio per 6 giorni. Fulgido esempio di servitore indefesso dello stato». Vannacci però replica: «Tutto falso. La licenza l'ho maturata, decido io quando è opportuno usufruirne».
La mossa di Vannacci di iscriversi è stata subito letta in chiave politica, come un ulteriore atto di sfida a Crosetto e quindi a Fdi. E qui si collega inevitabilmente al tema di questi giorni, la candidatura alle Europee con la Lega. Salvini è tornato sull'argomento ad Agorà. «È una persona che stimo. Candidarlo? Ne stiamo parlando». Il generale conferma la trattativa: «Valuterò la proposta. Ma al momento sto facendo il mio lavoro di soldato e mi sto occupando di altro». L'altro è il secondo libro, in uscita a marzo, in piena campagna elettorale. Si intitolerà «Il coraggio vince. Vita e valori di un generale incursore». Nella Lega l'ipotesi crea scompiglio e malumori.
Anche il capogruppo Riccardo Molinari si dimostra cauto in tv sulla candidature, per tutelare gli europarlamentari uscenti. Le poltrone papabili non saranno molte, cederne una al generale sarà un sacrificio per i leghisti.
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