Feste con tanto alcol e vino versato sulle pareti a Downing Street, a volte protratte fino a tardi, con musica a tutto volume e karaoke, funzionari che litigano e uno addirittura che si sente male per aver bevuto troppo, inservienti offesi. Questo e altro accaduto nel 2020-21, mentre i britannici dovevano rispettare le rigide restrizioni anti Covid con tanto di lockdown imposti dal loro governo, emerge dalle 37 pagine del rapporto indipendente redatto dall'Ata funzionaria Sue Gray sullo scandalo Partygate finalmente pubblicato nella sua versione integrale. I dettagli imbarazzanti scatenano una nuova bufera di accuse sul premier conservatore Boris Johnson. La responsabilità ricade sui vertici dell'establishment, a livello politico e di funzionari, e il leader Tory di fronte alla Camera dei Comuni ha voluto assumersela «in modo pieno» rinnovando le scuse già fatte altre volte sulla vicenda al Parlamento e alla nazione ma ribadendo sempre di voler «andare avanti» perché «ha imparato la lezione» nonostante le opposizioni gli chiedano di dimettersi, e in fretta. Le tante rivelazioni, che hanno lasciato lui stesso «sorpreso e deluso», e perfino «sconvolto» per i casi di mancanza di rispetto da parte dei funzionari nei confronti degli addetti alla pulizia e alla sicurezza, sono state affrontate anche nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio.
Johnson ha detto di essersi scusato di persona col personale sottoposto a «trattamenti irrispettosi e inadeguati», ma anche che «insieme alle scuse c'è la necessità di continuare con l'azione di governo e occuparsi delle priorità per i cittadini». Il rapporto include anche nove fotografie, riguardano la sua festa di compleanno di Johnson del giugno 2020 alla Cabinet Room, per cui il premier è stato sanzionato da Scotland Yard, e le altre sono relative alla festa di addio per l'allora direttore della Comunicazione del governo, Lee Cain.
Mentre BoJo cerca di guardare avanti, per le opposizioni è ora che «faccia i bagagli». I ministri hanno fatto quadrato attorno a Johnson. Resta un grande interrogativo e riguarda l'opportunità di candidare l'unico premier multato dalla polizia nella storia britannica.
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