Pasini: "Il green deal ucciderà l'Europa"

Il nuovo presidente di Confindustria Lombardia, Giuseppe Pasini, contro il nemico primo della manifattura

Pasini: "Il green deal ucciderà l'Europa"
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È stato eletto alla guida di Confindustria Lombardia dopo essere stato indicato come candidato unico. Giuseppe Pasini, bresciano, patron di Feralpi Group, già presidente di Federacciai, accompagnerà gli imprenditori della più industriosa regione fino al 2029. Ieri mattina il passaggio del testimone con il presidente uscente Francesco Buzzella. Il neoeletto ha promesso capacità di ascolto «per valorizzare ogni impresa del territorio e far sì che la voce di Confindustria emerga in modo collegiale», quindi valorizzare il tessuto manifatturiero. «Siamo nati dalla Ceca, la Comunità europea del carbone e dell'acciaio - ha ricordato - Le nostre radici ci devono ricordare la nostra identità e i nostri valori». Ha messo in risalto in punti di forza e le criticità. «Se oggi dovessimo chiedere a un imprenditore dove investirà nei prossimi anni, guardando al contesto attuale, temo che l'80% risponderebbe di sentirsi costretto a guardare fuori dall'Europa, ed è la risposta che non vorremmo mai sentirci dare». E ancora: «Non vi nego che ultimamente ho percepito un certo disagio nel sentirmi a casa in questa Europa così distante da quella che i padri fondatori avevano pensato».

La Lombardia è in buona posizione, producendo il 23% del Pil nazionale, è la prima regione manifatturiera d'Italia e la seconda in Europa. «Se considerassimo la nostra regione come un'economia nazionale, sui 27 Paesi dell'Unione Europea, saremmo decimi subito dopo l'Irlanda e prima di Paesi come Austria, Danimarca e Finlandia - ha osservato Pasini - Tuttavia veniamo da diversi trimestri in cui sia la produzione industriale sia l'export hanno rallentato». Le contrazioni sono più evidenti nei settori della meccanica, del tessile e degli autoveicoli. Performance positive, invece, per chimica e alimentare. «Per tutti le aspettative continuano a mantenersi incerte, con incognite sugli ordini e sulla produzione, sul costo delle materie prime e dell'energia. Rischiamo di distruggere un valore che è stato costruito in decenni ed è per questo che dobbiamo ripartire dalla centralità della manifattura, mettendola subito tra i primi punti dei programmi politici di sviluppo del Paese».

Una delle eccellenze più esposte è l'automotive, filiera che conta in Lombardia non meno di 100.000 lavoratori, 30.000 imprese e muove un fatturato di oltre 40 miliardi. «La recente nomina dell'assessore Guido Guidesi alla presidenza della Automotive Regions Alliance (ARA) - che ragguppa 36 regioni europee - è un grande risultato del lavoro politico e istituzionale e noi saremo ben felici di affiancare la Regione in questo percorso».

L'ideologismo green, l'esasperazione green, è per Pasini il principale imputato per la crisi che stiamo vivendo: «I provvedimenti miopi della Commissione Ue costringono anche le imprese e le filiere più virtuose ad extra costi insostenibili, a partire da quello dell'energia, oggi fuori controllo». E l'ideologismo si vince con il pragmatismo: «Possiamo produrre le auto elettriche più belle del mondo ma se non c'è domanda creeremo solo danni irreparabili per l'industria automobilistica: la politica può favorire il mercato, non lo può imporre». Pasini ha poi denunciato che il caro energia (l'aumento nel 2025 supererà del 50% quello del 2024) «ha aperto la strada a fenomeni speculativi, pochi si sono arricchiti e molti si sono impoveriti». Guardando al lungo termine «bisognerebbe puntare su una combinazione di fonti energetiche diverse che tenga conto anche dell'opzione nucleare».

Sui giovani: «L'Ue deve capire che non c'è futuro economico se non si mettono al centro innovazione tecnologica e manifattura. I giovani devono poter metter il loro entusiasmo in progetti che valorizzino il fare, tornare a innamorarsi della fabbrica attraverso le nuove tecnologie che loro sanno declinare in ambito industriale».

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