Geoffrey Van Orden è uno dei padri nobili del Conservative Party, per anni europarlamentare è stato leader dei conservatori britannici al parlamento europeo e Founding President del think tank New Direction al cui lancio partecipò, come ultimo grande evento pubblico prima della sua scomparsa, Margaret Thatcher.
Lo abbiamo intervistato sul risultato delle elezioni in Gran Bretagna.
Mr. Van Orden che primo ministro sarà Keir Starmer, qual è la sua opinione sul leader dei laburisti?
«È un miglioramento rispetto ai suoi predecessori ma sappiamo poco di lui se non che è un avvocato per i diritti umani. Sembra essere una brava persona ma quello che farà al potere è un mistero, è stato attento a non rivelare molto del suo programma. Penso in ogni caso che assisteremo a un ritorno della spesa pubblica e alla centralità dei sindacati. Fingers crossed e vediamo cosa accadrà».
A cosa è dovuto il tracollo del Partito conservatore?
«Il Covid e la guerra in Ucraina hanno avuto un effetto negativo su ogni governo ma in momenti storici così difficili abbiamo bisogno di leadership, persone influenti e competenza e noi abbiamo avuto l'opposto. Il brand conservatore ha perso interesse, non abbiamo lottato per i nostri valori. Il governo non ha portato avanti politiche conservatrici da un punto di vista economico, non è stata tagliata l'immigrazione irregolare, i conservatori devono proporre eccellenza e opportunità, investire in difesa e sicurezza nazionale, cose che Sunak ha iniziato a fare quando era troppo tardi. C'è stato un Turning Point con lo scandalo delle feste organizzate a Downing Street nel periodo della pandemia, in quel momento il Partito conservatore ha perso le elezioni».
Quanto incide la candidatura di Nigel Farage nel risultato dei conservatori?
«Conosco Farage dai tempi del parlamento europeo, ero seduto di fianco a lui negli scranni dell'europarlamento. È un demagogo, dice alle persone quello che vogliono sentirsi dire e lo fa con un linguaggio semplice. La Brexit è avvenuta per risolvere il problema dell'immigrazione ma dopo sono arrivati molti più migranti. Farage intercetta una parte delusa dell'elettorato conservatore».
Quanto ha inciso la Brexit sul voto? Com'è cambiata la vita in Uk dopo la Brexit, in meglio o in peggio?
«L'opinione pubblica è divisa su questo tema come lo era ai tempi del referendum. In termini economici non è cambiato molto, in termini pratici è più difficile viaggiare in Europa. L'errore che abbiamo fatto è stato di non riuscire a immaginare la Gran Bretagna nel mondo e al tempo stesso abbiamo perso l'influenza che avevamo a Bruxelles e che ora è nelle mani di Parigi e Berlino ma spero l'Italia possa giocare un ruolo maggiore in Europa grazie a Giorgia Meloni».
Qual è la sua opinione sul governo di Giorgia Meloni?
«Il suo è un governo positivo per l'Italia e l'Europa e spero crescano le relazioni con la Gran Bretagna sulla scia dell'accordo industriale fatto tra Italia, Giappone e Uk per realizzare caccia di sesta generazione. È importante Giorgia Meloni non sia sedotta da Bruxelles e dalle proposte di diventare un «happy member of the club» ma mantenga il suo credo in economia, sull'immigrazione e sui temi principali».
Quali consigli si sente di dare al Conservative Party di cui per anni è stato un esponente di spicco?
«Serve un
ritorno ai good old conservative values: opportunità, competenza in economia, patriottismo, promuovere la Britain in the World, essere orgogliosi di noi stessi e di ciò che siamo e soprattutto: Freedom, Freedom, Freedom».
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