Paura a Pomezia: «Bruciato amianto» Rifiuti, la Regione alla Raggi: basta caos

Le istituzioni rassicurano sulla qualità dell'aria, ma le analisi sono in corso. Campidoglio nel mirino: «Qui servono misure urgenti»

Patricia Tagliaferri

Roma Mentre i vigili del fuoco spengono gli ultimi focolai e bonificano ciò che resta dell'impianto di stoccaggio e smaltimento di rifiuti plastici di Pomezia andato a fuoco venerdì, la «Eco X» è stata posta sotto sequestro dalla Procura di Velletri. I magistrati vogliono verificare se il rogo abbia effettivamente sprigionato fibre di amianto nell'aria, un killer subdolo, che non agisce nell'immediato ma può presentare il conto anche a distanza di anni.

Perché è questa la domanda che aleggia da giorni, non solo a Pomezia: c'era amianto nel deposito distrutto dalle fiamme? La Asl ritiene che il tetto del capannone ne fosse pieno e per le necessarie verifiche un campione della copertura è stato inviato in laboratorio. Il sindaco di Pomezia, Fabio Fucci, non si sbilancia («Per ora è impossibile dirlo»), annunciando che sono state effettuate una serie di rilevazioni sull'aria «per valutare, qualora fosse presente amianto, la quantità e la direzione della dispersione». In attesa di risultati ufficiali, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, rassicura i cittadini: «Non esiste un'emergenza amianto: attraverso il monitoraggio dell'aria si è verificato che i livelli erano nella norma». Anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ostenta tranquillità: «La Regione ci sta tenendo aggiornati sui dati delle centraline, che fortunatamente non evidenziano danni o possibilità di danni per la popolazione». Per ora, però, ci sono solo i primi risultati dell'Arpa Lazio ottenuti da misurazioni effettuate nelle immediate vicinanze del rogo: i valori delle Pm10 sono sopra i limiti, con tendenza alla diminuzione, e comunque analoghi a quelli registrati nel centro di Roma nei periodi di maggiore criticità. La situazione, fa sapere la Regione, continuerà a essere monitorata nei prossimi mesi con campionamenti e analisi ripetute per tenere sotto controllo l'intera area ed eventualmente rilevare contaminazioni di qualsiasi tipo, non solo legate all'amianto ma anche alla diossina e ad altre sostanze inquinanti e cancerogene che potrebbero essersi sprigionate dalla combustione. Per quanto riguarda l'agricoltura, l'assessore Carlo Hausmann ha chiarito che in atto non ci sono contaminazioni, anche se per i risultati sui campioni di frutta, verdura, mangimi e foraggi effettuati nelle coltivazioni e nei campi nel raggio di 5 km dal luogo dell'incendio, bisognerà aspettare giovedì o venerdì. In allerta pure la sindaca di Roma, Virginia Raggi: «Su amianto e diossina siamo in attesa di dati univoci. Abbiamo già chiesto di fare campionamenti in tutta la zona sud di Roma, ricca di aree verdi e coltivate».

Ma intanto la Raggi ha un altro fronte aperto, sempre relativo ai rifiuti. Quelli in cui sta affogando sempre di più la sua città, tanto che la Regione ha chiesto a Roma Capitale di adottare «misure urgenti, credibili ed efficaci per evitare crisi sempre più insopportabili».

«I piani rivoluzionari - sostiene l'assessore regionale Mauro Buschini - possono essere entusiasmanti, ma la normale e ordinaria gestione quotidiana ha bisogno di scelte concrete, rapide e risolutive». Un'emergenza evidente agli occhi di tutti i romani, invasi dall'immondizia, ma non a quelli dell'assessore capitolino all'Ambiente, Pinuccia Montanari: «A Roma non c'è assolutamente emergenza rifiuti».

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