Non si sono ancora finiti di contare i voti che in casa Pd è già iniziato lo "psicodramma", con analisi puntigliose e risposte piccate. E lo staff di Renzi che prova a sminuire il voto. Ad accendere il fuoco è Roberto Speranza, leader della minoranza dem: "Dove c’è il centrosinistra noi abbiamo retto bene - dice ai microfoni di Radio 1 -. Dove ci sono state alleanze strane e stravaganti, come a Napoli e Cosenza, i risultati parlano chiaro. Avevo detto: attenzione, le foto con Verdini ci fanno perdere voti, non ce li fanno guadagnare. Ma di questo parleremo dopo le amministrative". E ancora: "Spero che nelle prossime ore tutto il gruppo dirigente del Pd si impegni esclusivamente sulla vicenda dei ballottaggi. Non possiamo parlar d’altro. Se dovessi dire una cosa anche a Renzi, in queste due settimane evitiamo di sovrapporre troppo altre questioni ai ballottaggi, del referendum possiamo occuparci dopo, ora proviamo a vincere nelle principali città italiane", perché "non si possono sottovalutare queste elezioni e se mentre fai queste elezioni amministrative dici che la sfida vera è ottobre rischi di non creare le condizioni ideali per la vittoria dei nostri".
Dura l'analisi di Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e desideroso - da tempo - di contendere la segreteria a Renzi: "Il Pd non ottiene un buon risultato: se lo paragoniamo poi alle elezioni precedenti, sia amministrative che europee, c’è un evidente arretramento". Poi analizza: "Non serve rincorrere il centro politico e sociale, specialmente in una fase in cui la politica tende a radicalizzarsi". E ancora: "I dirigenti del mio partito - aggiunge - si ricordino che queste elezioni dimostrano anche come esiste una destra che, dove unita, ottiene buoni risultati elettorali. Dobbiamo fermarla». Secondo Rossi, che ha parlato a margine della presentazione dei rapporti dell’Irpet sull’economia toscana e sul mercato del lavoro regionale, fra i vari candidato "Giachetti ha recuperato in una situazione molto problematica e negativa, ed è riuscito a diventare secondo, ma a Roma il M5S è diventato un partito di massa".
Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, fedelissimo del premier, vede il bicchiere mezzo pieno. E prende di mira gli avversari: "Ai trionfalismi degli avversari, mi viene da dire 'non dire gatto, se non ce l’hai nel sacco. Trovo superficiale - prosegue - non tener conto della volontà degli elettori che si esprimerà per una seconda volta tra due settimane. Quindi, abbiamo fiducia; ce la metteremo tutta per vincere le grandi partite, a livello locale, in tutta Italia".
Secondo il sindaco "il Pd se la può giocare in tutti i ballottaggi delle grandi e piccole città, fatta qualche eccezione. Questo significa che, pancia a terra, abbiamo l’opportunità di vincere al secondo turno sfruttando l’occasione del ballottaggio".
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