Si lavora incessantemente, nelle segreterie dei partiti, per comporre le liste elettorali. Tante le caselle da riempire, tra collegi uninominali e listini proporzionali. Una complessa partita a scacchi in cui, tra le tante variabili, si cerca anche di "salvare" questo o quel politico, assicurandogli un posto (nei limiti del possibile) nel prossimo parlamento. Uno dei nomi di cui si è più parlato, negli ultimi mesi, è quello della sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, finita al centro delle polemiche per le note vicende di Banca Etruria. Per settimane si è parlato di un seggio sicuro per lei, in Toscana. Ma dove? Subito archiviata l'ipotesi di Arezzo, per ragioni di opportunità (evitare "vendette" da parte dei risparmiatori), si è parlato anche di Lucca o altri collegi uninominali, oppure del listino proporzionale a Firenze. Ora però spunta il Trentino.
Manca solo l’ufficialità, che arriverà con la consegna delle liste, ma nel collegio della Camera di Bolzano-Bassa Atesina c'è grande fermento per la sfida tra la Boschi e Michaela Biancofiore, coordinatrice regionale di Forza Italia. La Suedtiroler Volkspartei, alleata del centrosinistra sia in Alto Adige che a Roma, preferirebbe il ministro Graziano Delrio, ma dopo una riunione di alcune ore al Nazareno pare che Renzi abbia messo un punto fermo: la Boschi non correrà nella sua regione ma in Trentino Alto Adige. Una frase che pronunciò nel 2014 potrebbe crearle qualche problema: "Sarei favorevole all’abolizione delle Regioni a statuto speciale". Chissà come la prenderanno a Bolzano, dove a dicembre hanno già provato ad alzare le barricate ("Non ci sono collegi liberi"). Oltre al collegio uninominale, però, Boschi verrebbe candidata anche in alcuni listini proporzionali, in modo tale da garantirle un paracadute in caso di flop al maggioritario.
Da più di un mese lei è sparita di scena. Era il 14 dicembre quando si scontrò duramente in tv (e con scarsi risultati) con Marco Travaglio. Poi dal Nazareno è partito l'ordine: tenere un basso profilo, in attesa che passi la buriana e, soprattutto, che si decida dove candidarla. Lei si è adeguata. Renzi non se la sente di abbandonarla al proprio destino. Forse non può farlo, perché rischierebbe di indebolire anche se stesso. L'importante, per il momento, è che lei stia calma e tranquilla, in silenzio. Basso profilo e avanti. Per evitare ulteriori polemiche "ammazza voti" ma anche per non infiammare la fronda interna, quella dei suoi compagni di partito che, molto volentieri, la lascerebbero a casa.
La Stampa parla di una nuova strategia da parte di Meb (l'acronimo con cui la stessa Boschi si firma sui social): togliersi le vesti della "preferita" per indossare quelli della paladina delle cause femminili, rispolverando la sua delega per le pari opportunità. Insomma, provare a ricostruirsi un'immagine lontana dalle riforme (fallite), dai poteri forti (banche) e dalle polemiche. Il cambio di passo si nota anche sulla pagina Facebook della Boschi.
Da un po' di tempo, infatti, la maggior parte dei post parlano di parità di trattamento tra uomo e donna, tra persone di diversa religione. E la stessa candidatura di Lucia Annibali, l'avvocato sfregiata dall'acido da lei voluta come consigliere giuridico,va in questa direzione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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