Ormai è guerra aperta tra Maurizio Martina e Matteo Renzi. L’ex segretario del Pd, con la sua intervista rilasciata a Fabio Fazio, ha di fatto ‘sconfessato’ l’apertura al dialogo con i Cinque Stelle, avanzata dal reggente del partito.
“Ritengo ciò che è accaduto in queste ore grave, nel metodo e nel merito. Così un Partito rischia solo l'estinzione e un distacco sempre più marcato con i cittadini e la società; si smarrisce l'impegno per il cambiamento e non si aiuta il Paese”, ha dichiarato il segretario reggente Martina, visibilmente esasperato dalle dichiarazioni di Renzi, ma determinato ad andare avanti. "Per il rispetto che ho della comunità del Partito Democratico porterò il mio punto di vista alla Direzione Nazionale di giovedì che evidentemente ha già un altro ordine del giorno rispetto alle ragioni della sua convocazione", aggiunge Martina che, qualora si trovasse in minoranza, potrebbe decidere di gettare la spugna.
Dall'ultima direzione che sancì le dimissioni di Renzi da segretario e la linea dell’‘Aventino’ sono passati 50 giorni e, ora, il partito si riunisce ancora più diviso di prima. Sulla carta Renzi gode ancora di una maggioranza schiacciante che può mettere una pietra tombale a qualsiasi ipotesi di dialogo e/o di governo con Luigi Di Maio, ma qualcosa è cambiato. La direzione ricalca i rapporti di forza usciti dall'ultima assemblea, tenutasi nel febbraio 2017 quando Renzi si presentava in tandem con Maurizio Martina che ora, invece, è divenuto suo rivale e di conseguenza anche la sua corrente ‘Sinistra è Cambiamento’ è uscita dalla maggioranza renziana. Oggi, su 214 componenti della direzione Pd, i renziani duri e puri sono 103 e di questi, 18 sono i millennials nominati direttamente dall’ex segretario. A questi vanno aggiunti i 4 componenti vicini al presidente dell'assemblea, Matteo Orfini.
Gli esponenti della direzione che fanno capo a Maurizio Martina sono 19, quelli vicini al ministro Andrea Orlando sono 23 così come i franceschiniani, mentre i dem che si riconoscono nella corrente di Michele Emiliano sono 13. I favorevoli a un dialogo con il Movimento Cinque Stelle sono 78 cui si devono aggiungere quelli del cosiddetto ‘partito dei ministri’, formato da esponenti del governo Gentiloni che vogliono dare un dare "un contributo al Presidente della Repubblica", come si legge nella relazione votata il 12 marzo all'ultima riunione della direzione.
Il presidente del Consiglio, secondo i calcoli dell’Agi, è dato ormai parte integrante dell'ala che sostiene la necessità di contribuire alla nascita di un nuovo esecutivo. In quest’area rientrano Dario Franceschini, considerato l'ispiratore del 'club' e i ministri Roberta Pinotti, Marco Minniti e Valeria Fedeli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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