Il ministro della Giustizia (e candidato alla segreteria Pd) Andrea Orlando lancia l'idea di una marcia di solidarietà con i migranti e subito si scatenano le polemiche.
Ma, sorpresa, le contestazioni più clamorose non arrivano dall'opposizione di centrodestra, bensì da quello stesso partito che il Guardasigilli si propone di guidare.
Parlando con La Stampa, il vicesegretario del partito e governatore del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani respinge la proposta di Orlando, seguita in questo dall'ala renziana dei dem. "Non è urgente manifestare per i profughi - spiega - Il diritto d'asilo è sancito dalla Costituzione ed è legittimo chiedere che continui ad essere garantito a chi spetta. Non credo che l'Italia abbia nulla da rimproverarsi in fatto d'accoglienza. Anzi..."
Parole che sarebbero state approvate, tacitamente, da tutta la corrente più vicina al segretario uscente: un alto dirigente renziano, secondo la ricostruzione offerta dal quotidiano di Torino, avrebbe liquidato l'idea di Orlando come una proposta che "può solo farci perdere voti".
E se l'iniziativa di una marcia pro-migranti raccoglie il plauso di Gianni Cuperlo, anche a sinistra del Pd c'è chi teme che si tratti solo di una mossa di propaganda interna legata al clima congressuale. Arturo Scotto di Mdp, per esempio, chiede misure concrete per alleggerire gli efetti del Decreto Minniti e un intervento rapido sullo ius soli.
La proposta di Orlando, insomma, sembra aver ottenuto il solo effetto di polarizzare lo scontro
interno. Certo, come ricorda Michele Emiliano, "nessun candidato alla segreteria dirà mai che apprezza l'idea di uno sfidante". Ed è proprio per questo, forse, che il silenzio di Matteo Renzi suona assai eloquenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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