Non è ancora una rottura totale, perché non si può fare in una fase così complessa. Ma tra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle aumenta la distanza. E crescerà ulteriormente nel corso della campagna elettorale per le Amministrative: Enrico Letta ha in testa un progetto, accelerare sull’alleanza con le altre forze di centrosinistra. Nel corso della direzione, il segretario dem ha celato in pubblico l’irritazione verso il comportamento di Giuseppe Conte per una questione anche di stile, oltre che di necessità politica. “Immaginiamo pezzi di strada insieme nella logica che dicevo prima: noi siamo il Pd e abbiamo l’ambizione di guidare questo Paese e l’ambizione di farlo con una coalizione di centrosinistra”, si è limitato a scandire Letta parlando dei 5 Stelle ai dirigenti del partito.
Letta deluso con Conte
Qualcosa è, però, cambiato rispetto a quello schiacciamento sui grillini registrato anche nei giorni scorsi, nel solco della strategia di Goffredo Bettini e Nicola Zingaretti. Negli ambienti di Largo del Nazareno nessuno nega la delusione del leader nei confronti degli alleati. “È deluso, ma ha capito la lezione”, spiega una fonte interna a IlGiornale.it. E c’è chi rivendica di aver sempre sostenuto di non dare retta a Conte: “Ma perché il Movimento 5 Stelle esiste ancora? Hanno un leader che non può esserlo, non sanno chi sono gli iscritti perché ce li ha Casaleggio. Mi chiedo per quale motivo dobbiamo dargli tanto credito”.
L’intenzione si sta delineando: “Dobbiamo andare avanti rafforzando la nostra autonomia, mettere sul tavolo i nostri temi, magari cercando di arrivare a un campo largo”. E in concomitanza di queste riflessioni, Articolo Uno, il partito del ministro Roberto Speranza, ha tenuto a battesimo un’assemblea all’insegna dello spirito unitario, con il leader storico Pier Luigi Bersani che predica da mesi la necessità di lanciare qualcosa di nuovo a sinistra. Da quanto apprende IlGiornale.it, la prospettiva inizia a scaldare il cuore di Letta. Il ragionamento, in particolare, sta facendo breccia dopo il tradimento dei pentastellati sulle Amministrative, in particolare per l'affaire-Campidoglio. “Tutti noi sappiamo che il Pd, per come esiste, non ci sarà più tra qualche mese, a meno che le elezioni non siano un trionfo”, spiega chi conosce bene le dinamiche interne.
Gli interlocutori di Letta
“Letta sta lavorando a un Pd oltre il Pd”, è la sintesi. Questo significa un allargamento del perimetro degli interlocutori: la volontà è quella di coinvolgere tutti i settori ambientalisti, come la deputata Rossella Muroni, eletta con Leu e ora a capo della componente ecologista alla Camera “FacciamoEco”, e l’ex di Sinistra italiana, Erasmo Palazzotto. “E perché non provare con profili come la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Elly Schlein?”, rilancia un parlamentare favorevole al consolidamento a sinistra. E lo sguardo viene rivolto anche al centro, a quell’area moderata che fino a pochi anni fa era nel Pd.
C’è Italia Viva di Matteo Renzi, che gongola di fronte alle tensioni tra Pd e 5 Stelle, mentre Carlo Calenda con la sua Azione è intenzionato a vendere cara la pelle a Roma, nonostante le richieste di ritirarsi per fare un ticket con Roberto Gualtieri. C’è addirittura chi parla di una suggestione: lanciare “una fase nuova” fin dalle prossime settimane, a giugno, per sparigliare le carte e portare a un avvicinamento di tutte le forze politiche interessate.
Ma la strategia ha il rischio di impattare sulla campagna elettorale, aumentando il caos. “La previsione è che da novembre ci sarà molto fermento”, osservano a sinistra. E l’obiettivo sta diventando comune: mettere alle strette il Movimento 5 Stelle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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