Pd, la nuova tessera è un caso: "Lontano dal mondo e dal popolo"

La nuova tessera dem per il 2020 riporta l'immagine del pianeta Terra visto dallo spazio, perfetta metafora di un partito che guarda dall'alto la realtà, senza mai sporcarsi le mani e convinto della propria superiorità culturale e morale

Pd, la nuova tessera è un caso: "Lontano dal mondo e dal popolo"

Quando il Pd sembra avere raschiato il fondo del barile, ecco che comincia a scavare. È quanto hanno pensato alcuni militanti dem nel momento in cui il segretario Nicola Zingaretti ha tolto il velo dalla tessera 2020 del Pd, dove si legge lo slogan "Oggi per un domani". Sullo sfondo, un'immagine della Terra vista dallo spazio. Il simbolo del Pd è confinato in alto a sinistra, quasi invisibile.

Curiosa la scelta di colorare di giallo la scritta "2020". Forse un omaggio al Movimento 5 Stelle per essersi imbarcato sulla nave del Cont-bis, sempre più in balia delle onde tra una polemica sulla manovra e un altra sullo ius soli? Può essere.

Ma a colpire di più è senza dubbio l'immagine che fa da sfondo al tutto: il nostro pianeta. Una rappresentazione visiva del deficit valoriale del principale partito della sinistra italiana, incapace - a 30 anni dal crollo del Muro di Berlino e dalla svolta della Bolognina - di fare chiarezza su chi sia e dove voglia andare. Neppure dopo l'addio di Matteo Renzi, che ha portato via con sé l'ala più moderata, catto-comunista.

Scegliere una foto della Terra significa dare un messaggio preciso ai militanti: "Non sappiamo a chi parlare". È proprio questo il problema dei dem, sfiancati negli ultimi mesi da un'alleanza di governo spuria che li sta portando giù nei sondaggi dopo una lieve crescita durante gli ultimi mesi del Conte I.

L'entusiasmo iniziale per l'elezione di Zingaretti, a cui sarebbe spettato il compito di raddrizzare la barca, si sta lentamente trasformando in delusione. Il governatore del Lazio, bisogna riconoscerlo, ci ha provato. Ha evitato il massacro delle urne rimangiandosi gli insulti ai 5 Stelle e alleandosi con loro. Ha avviato un percorso di riorganizzazione interna culminato in questi giorni nella riforma dello statuto, aprendosi alla base dem e al popolo della sinistra. Che esiste, specie tra i giovani. Vedi il movimento delle "sardine" su cui il segretario e gli altri dirigenti dem, furbescamente, stanno mettendo il cappello.

Ma resta un problema di fondo: il distacco dalla realtà. Il sistema dei circoli non funziona più, il radicamento sul territorio è un ricordo del passato e la sensazione dominante tra gli elettori è quella di un Pd arroccato nel palazzo, incapace di parlare alle persone e distante dai loro problemi e dalle loro esigenze. La foto stampata sulla tessera 2020 ne è la perfetta rappresentazione visiva. A pensarla così sono elettori e militanti.

Basta fare un giro sui social per rendersene conto. E capire come l'altro grande problema del Pd sia la comunicazione.

Vedi l'immagine scelta per celebrare i 30 anni dal Muro, un autogol che neanche lo storico difensore del Cagliari di Gigi Riva, Comunardo Niccolai. Seguito nel giro di 10 giorni da un altro suicidio politico. Come la foto della Terra scattata dallo spazio, anche il Pd guarda l'Italia e gli italiani dall'alto. Lontano com'è, anni luce, dalla realtà delle cose.

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