"Cambiare l'Italia non litigare". Ma il Pd di Renzi resta diviso

Fronte del Sì riunito a Roma. Boschi: "Più forti con riforme". C'è pure Cuperlo: "Renzi ci ascolti". Lunedì D'Alema in un'altra piazza

"Cambiare l'Italia non litigare". Ma il Pd di Renzi resta diviso

Sulle note di Bella ciao, il fronte del Sì al referendum sulla Riforma costituzionale scende in piazza del Popolo a Roma con il premier Matteo Renzi.

"La piazza è del Popolo": questo il titolo della manifestazione capitolina. In piazza presente anche l'esponente della minoranza democratica Gianni Cuperlo. Che ha motivato così la sua partecipazione: "Un pezzo di sinistra presente in piazza per ridurre le distanze e accorciare le differenze".

E poi ha aggiunto: "Ci sono per rispetto del popolo Pd". Ma ha anche precisato, in merito all'atto politico chiesto al Pd e a Renzi sulla legge elettorale come condizione della minoranza per sostenere il Sì al referendum, che: "Se questo atto non dovesse esserci, saremo costretti a non sostenere questa riforma".

"I protagonisti di questa giornata non siamo né io né Cuperlo, i protagonisti sono loro, tutti quelli che sono arrivati in piazza. C'è tanta voglia di esserci, è un bel giorno di festa", ha detto Maria Elena Boschi a piazza del Popolo. "Questa non è solo la manifestazione di Renzi, ma delle migliaia di persone in piazza oggi, della gente del Pd che è qui oggi per dire che siamo più forti con le riforme e per dire che vogliamo cambiare l'Europa".

Matteo Renzi suona la carica al popolo del Pd. E dal palco della manifestazione di Roma, organizzata a sostegno del Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre, attacca la "vecchia guardia", che non vuole la riforma costituzionale solo perché non l'hanno scritta loro, ma "se voi avete fallito non potete impedire a noi di provarci". Poi, il presidente del Consiglio bacchetta più volte la minoranza dem: "Basta con i litigi", perché "il nostro destino non è litigare al nostro interno ma cambiare l'Italia, non possiamo continuare a guardarci l'ombelico" e, soprattutto, il premier sfida la sinistra interna a non usare la legge elettorale come un alibi per votare No al referendum, perchè sulle modifiche all'Italicum "non solo abbiamo aperto una porta, ma l'abbiamo spalancata". Un messaggio diretto soprattutto a Gianni Cuperlo, che per la minoranza siede al tavolo della Commissione Pd per lavorare all'intesa sulle modifiche all'Italicum. Cuperlo oggi ha deciso di essere presente in piazza del Popolo (facendosi anche immortalare in un selfie con la ministra Boschi), ma ha avvertito il premier: "Renzi ha il dovere di tenere unito il partito" e "farsi carico" delle posizioni diverse. "Io lavoro per arrivare a un accordo. È difficile, non me lo nascondo, ma è nostro dovere provarci". È un Renzi combattivo e pronto a non fare sconti a nessuno quello che dal palco si scaglia contro i "detrattori" della riforma.

E a chi da sempre, minoranza dem in primis, lo accusa di voler dar vita al partito della Nazione, il premier rispedisce al mittente la critica: "Il vero partito della Nazione è quello del No, che va da Brunetta a Travaglio, che sull'Europa mette insieme Monti e Salvini, che tiene insieme Gasparri e De Mita, che da Berlusconi a Grillo a D'Alema dice solo no, questo è il partito che vuole bloccare l'Italia". Parole accolte - soprattutto quando viene pronunciato il nome di D'Alema - dai fischi della piazza, che invece intona più volte il coro "Matteo, Matteo" e "Basta un Sì".

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